Per digitalizzare negativi e diapositive serve uno scanner (dedicato o predisposto anche per i trasparenti) oppure una fotocamera (digitale). Degli scanner (amatoriali, semi-professionali e professionali) e del loro utilizzo ho parlato in altri articoli. Di seguito presenterò invece un metodo semplice ed economico per la digitalizzazione di pellicole 35mm utilizzando una macchina fotografica.
Non avevo mai trattato questo metodo perché non avevo individuato una soluzione tecnica che fosse pratica quanto uno scanner. Anzi, nello specifico, si tratta forse di una soluzione più pratica e veloce di uno scanner.
Il marchio JJC, che utilizzo da diversi anni, ha in catalogo un kit che semplifica al massimo l’acquisizione rendendo accessibile il procedimento anche a coloro che hanno meno esperienza.
Come si fa a digitalizzare una pellicola
Per digitalizzare una pellicola dobbiamo posizionare una fonte di illuminazione dietro la pellicola e poi acquisire (fotografare) il negativo o la diapositiva in controluce. Il sistema da utilizzare sarà quindi composto da una luce, dalla pellicola e dalla fotocamera poste sullo stesso asse.
Sulla carta nulla di apparentemente complesso. Le difficoltà arrivano al momento di mettere in pratica il sistema. La fonte di luce deve illuminare uniformemente il fotogramma ed essere diffusa, la pellicola va posta alla giusta distanza dalla fotocamera e, non meno importante, il sensore della fotocamera e la pellicola devono essere (perfettamente) paralleli. Bastano queste tre condizioni per capire quanto passare dalla teoria alla pratica possa diventare complesso.
Ma, come ho anticipato, il sistema all-in-one per digitalizzare negativi e diapositive 35mm di JJC risolve tutti questi problemi.
Disclaimer
JJC mi ha gentilmente inviato in prova il kit di cui scriverò in questo articolo e parlerò nel video su YouTube. Non ho ricevuto denaro per realizzare i contenuti, l’Azienda non è intervenuta per orientarli e non li ha visionati in anteprima. Tutto ciò che leggerete o vedrete rispecchia il mio pensiero ed è frutto di prove che ho svolto personalmente.
Il sistema di digitalizzazione pellicole 35mm di JJC
Componenti
Il sistema è modulare ed è composto da:
- una luce led con diffusore incorporato e innesto per i porta-negativi/diapositive (35mm);
- un adattatore con innesto per i porta-negativi/diapositive (formato 35mm) davanti al quale si può montare un diffusore opalino (incluso);
- due distanziatori per accoppiare la fonte luminosa (led) all’adattatore;
- due distanziatori in metallo (filettatura da 52mm) rivestiti internamente in materiale antiriflesso;
- un set di anelli adattatori di raccordo (62-52mm, 67-52mm, 55-52mm, 46-52mm, 49-52mm, 58-52mm);
- un comando a filo per controllare la luce led con tre bottoni (diminuzione e aumento intensità della luce, on/off). Il cavo del comando serve anche per collegare la luce led (tramite porta USB) a una fonte di alimentazione 5V/2A (per esempio un power bank. Fonte di alimentazione non inclusa).
Tre configurazioni
Il kit può essere configurato in tre modi.
- Configurazione completa. Sfrutta tutti i componenti tranne il diffusore opalino separato. È la configurazione più interessante e quella di cui parlerò diffusamente nell’articolo, ci torniamo tra poco.
- Luce led + fotocamera. Il led con diffusore incorporato ha sia una filettatura da ¼” per essere montato su uno stativo, sia un supporto posteriore estraibile per essere appoggiato inclinato su un piano. La fonte luminosa (led) è dotata di un innesto per accogliere il porta-negativi o il porta-diapositive. Inserite i fotogrammi di pellicola da digitalizzare in uno dei porta-pellicole e poi inserite il porta-pellicola nella guida e fatelo scorrere davanti alla luce. Quando il porta-pellicole sarà in posizione, con un fotogramma centrato di fronte alla luce led, oltre alla conferma visiva sentirete uno scatto. Alimentate l’illuminatore led collegando il telecomando (da una parte alla luce dall’altro a una fonte di alimentazione) e posizionate la fotocamera alla giusta distanza per lo scatto. Dovete cercare di riempire (o quasi) l’inquadratura con il fotogramma di pellicola in modo da non sprecare pixel utili. Se digitalizzate negativi a colori può essere utile includere una parte non impressionata del fotogramma (area trascinamento pellicola) per effettuare la correzione colore in fase di inversione.
- Adattatore + distanziatori/anelli di raccordo + fotocamera. Se volete sfruttare una fonte luminosa differente da quella fornita nel kit montate l’adattatore dotato di innesto per porta-pellicole, il diffusore opalino da innestare a pressione, i tubi di prolunga e avvitate il tutto sull’obiettivo tramite l’anello di raccordo con la filettatura compatibile con quella dell’ottica che state utilizzando. Inserite nei caricatori i negativi o le diapositive da digitalizzare e fate scorrere il caricatore nel supporto sull’adattatore. Uno scatto vi confermerà che il fotogramma è in posizione. Scegliete una fonte luminosa alternativa al led fornito con il kit e sfruttatela per illuminare il fotogramma da digitalizzare.
Obiettivo da utilizzare
Un aspetto importante è che per digitalizzare negativi e diapositive vi servirà un obiettivo in grado di mettere a fuoco a distanza ravvicinata. La scelta migliore è un obiettivo macro. Potreste anche utilizzare dei tubi di prolunga per far sì che un’ottica non macro metta a fuoco a distanza ravvicinata ma tutto si complicherebbe e vanificherebbe la praticità di questo sistema. Quindi, nell’ottica di sfruttare al meglio questo kit, l’impiego di un obiettivo macro diventa nei fatti “obbligatorio”.
Assemblaggio (configurazione completa)
Nella confezione trovate un foglio di istruzioni di massima e un secondo foglio che riporta una tabella che indica quali distanziatori e adattatori montare se si utilizzano alcune configurazioni macchina/obiettivo molto diffuse.
Nel mio caso, utilizzando una fotocamera Sony full frame e l’obiettivo Sony 90mm f/2.8 Macro ho montato l’anello #1 (attaccato all’adattatore con il sistema di scorrimento per i porta-pellicole), due anelli #2 e il raccordo #3. Tornerò su questo punto anche più avanti perché l’obiettivo Sony 90mm Macro per full frame è particolarmente ingombrante e richiede il maggior numero di distanziatori. Altre configurazioni sono estremamente più compatte.
Se la vostra attrezzatura non rientra fra le configurazioni elencate potrebbe essere comunque possibile adattarla. In alternativa potete utilizzare il kit nella modalità descritta al punto 2 delle configurazioni possibili (luce led + fotocamera).
Per evitare di stressare inutilmente la filettatura sull’obiettivo, assemblate il tutto partendo dalla luce led. Unite il blocco con la luce led al blocco adattatore tramite i due connettori sagomati. Montate tubi di prolunga e adattatori necessari e avvitate il tutto sull’obiettivo.
Gli anelli in metallo danno solidità e il set completo resta comunque leggerissimo (anche nella configurazione più estesa che impiega più componenti). Utilizzandolo non ho percepito alcun rischio di stress per la filettatura sull’obiettivo.
Lunghezza dei distanziatori e configurazioni personalizzate
Ho misurato con un calibro la lunghezza dei distanziatori. Con queste informazioni, chi volesse capire se può adattare un sistema macchina-obiettivo differente da quelli indicati può farsi un’idea della fattibilità. Nella misurazione non ho tenuto conto della filettatura delle componenti perché andando a inserirsi all’interno di un’altra componente non va considerata. Tenete conto di una leggera discrepanza dovuta al posizionamento della pellicola all’interno del porta-pellicola e dell’anello di raccordo. In ogni caso, l’adattatore solidale con il distanziatore #1 offre un certo range di comporto (essendo regolabile).
Per capire se il sistema può fare al caso vostro posizionate un ritaglio di carta della dimensione di 36x24mm (fotogramma di pellicola) e verificate se la distanza alla quale riuscite a includerlo nell’inquadratura è compatibile con quella raggiungibile tramite i distanziatori.
Posizionamento
Una volta assemblato il tutto, potete appoggiare il sistema su un tavolo, orizzontalmente, in modo che la base piatta della luce led (quella con la filettatura da ¼”) e la parte inferiore della fotocamera siano entrambe stabili sullo stesso piano. Per ridurre qualunque possibile rischio di sforzare gli attacchi ho messo un foglietto di carta piegato sotto l’obiettivo in modo da aggiungere un terzo punto di appoggio tra fotocamera e obiettivo. L’ho fatto più per tranquillità che per reale necessità (e perché la configurazione con il Sony 90mm macro è una di quelle che richiede più distanziatori).
Sconsiglio di appoggiare il sistema in verticale se macchina e obiettivo sono pensati o sono richiesti tutti i distanziatori. Se utilizzando fotocamere e obiettivi leggeri e se non dovete impiegare tutti gli anelli magari potete valutare l’opzione.
Caricamento
Una volta posizionato il tutto, collegate il comando alla luce led da una parte e all’alimentazione (5V/2A) dall’atra. Caricate i negativi o le diapositive da digitalizzare nel porta-pellicole dedicato e, tenendo fermo l’adattatore, fate scorrere il porta-pellicole nella guida fino a che il fotogramma non si trova in posizione.
Poi accendete la luce led (con il bottone centrale sul telecomando) e la fotocamera: dovreste vedere il fotogramma inquadrato (dopo aver messo a fuoco).
Porta-pellicole
Il kit comprende un porta-negativi che può contenere una striscia con un massimo di sei fotogrammi e un porta-diapositive che può accogliere due diapositive intelaiate.
Mentre il porta-negativi va estratto completamente per caricarlo perché si apre a libro, il porta-diapositive potreste anche non estrarlo mai del tutto. Fotografate una diapositiva, poi fate scorrere in sede l’altra e, senza sfilare il caricatore, togliete la diapositiva già fotografata e ne inserita un’altra da digitalizzare. E così via.
Nota:
- Anche la luce led è dotata di innesto per il porta-pellicole, ma quando utilizzate la configurazione completa inserite il caricatore nella guida dell’adattatore perché più vicino all’obiettivo e più lontano dalla luce led che un po’ di calore lo emette. Inserite il porta-pellicole direttamente nel supporto della luce led solo nella configurazione indicata in precedenza al punto 2.
- Non lasciate le pellicole esposte alla luce led più del necessario.
- Prima di ogni caricamento soffiate via la polvere dalle pellicole e dal porta-pellicole con un soffietto manuale.
Consigli per l’acquisizione (impostazioni principali)
- Prima di inserire il porta-pellicole, ma dopo aver montato il sistema completo, accendete la luce led, accendete la fotocamera e fate un bilanciamento del bianco personalizzato sulla luce led.
- Impostate la sensibilità ISO più bassa che potete e acquisite in RAW (non obbligatorio ma consigliato).
- Utilizzate diaframmi intermedi, indicativamente f/5.6 o f/8. Se l’apertura massima del vostro obiettivo macro è f/5.6 allora chiudete di uno stop (o due). Fate eventualmente una prova con due diaframmi digitalizzando uno stesso fotogramma e poi optate per quello che in termini di qualità (dettaglio) e uniformità generale vi soddisfa di più.
- Potete impostare la macchina su manuale o su priorità di diaframmi. In questo secondo caso utilizzare il controllo di compensazione dell’esposizione per regolare i tempi di scatto. La cosa più importante è non perdere informazioni nelle luci e nelle ombre. Per regolare l’esposizione potete anche agire sull’intensità della luce led tramite il telecomando (personalmente non l’ho fatto).
- Se la macchina e l’obiettivo lo consentono, utilizzate la messa a fuoco automatica (autofocus).
- Disabilitate l’eventuale stabilizzatore d’immagine (sia esso sul sensore o sull’obiettivo).
- Se necessario, allentate il nottolino posto sopra l’adattatore, ruotate l’adattatore per far sì che il fotogramma da acquisire sia “in bolla”, bloccate nuovamente il nottolino. Quando allentate il nottolino l’adattatore può essere spostato anche in avanti/indietro.
Dopo l’acquisizione
Una volta acquisiti i fotogrammi è il momento di passare i file sul computer per ritagliare, invertire (solo per i negativi), regolare.
Le situazioni da affrontare possono essere tre: negativi in bianco e nero, negativi a colori, diapositive (per lo più a colori).
IMPORTANTE: Tutte le immagini nell’articolo sono compresse e in qualità bassissima. Nel video su YouTube potete apprezzarle in qualità e dimensione superiori. Utilizzare la fotocamera per digitalizzare le pellicole può restituire ottimi risultati.
Negativi in bianco e nero
Invertite l’immagine e avrete un positivo in bianco e nero. Convertite l’immagine da colori a monocromatica (con il metodo che preferite), regolate la gamma tonale per il punto di bianco e di nero, il contrasto e decidete se fare altri interventi di finalizzazione.
Negativi a colori
I negativi a colori necessitano di un passaggio in più perché la sola inversione non basta per ottenere un’immagine corretta. Se avete già esperienza di digitalizzazione di negativi a colori sapete di cosa parlo. La cosa più pratica per riportare le cromie ai valori corretti è utilizzare un software di terze parti.
Software
Ne esistono di gratuiti e a pagamento.
Uno gratuito (volendo potete fare una donazione per supportarne lo sviluppo) è Grain2Pixel e si integra con Adobe Photoshop dalla CC 2019 in poi. L’ho usato personalmente con buoni risultati. L’istallazione, in particolare su macchine MacOs, e l’utilizzo si allontanano un po’ da ciò a cui siamo abituati oggi, ma sul sito trovare dei video-tutorial che spiegano tutto, basta un po’ di pazienza.
C’è poi Negative Lab Pro, a pagamento, è molto conosciuto tra coloro che digitalizzano pellicole, ma funziona solo in abbinamento con Lightroom Classic e, non utilizzando LR, non l’ho mai provato.
Infine, segnalo Film Lab, a pagamento, anche in abbonamento mensile. Devo ancora provarlo. Ha una interfaccia indipendente da altri software quindi non vi vincola a uno dei prodotti Adobe indicati.
Diapositive a colori
Se avete fatto un corretto bilanciamento del bianco siete già un passo avanti, le diapositive non vanno invertite. Dovrete: regolare l’esposizione, eventualmente perfezionare il bilanciamento cromatico (ma non è detto) ed eseguire eventuali interventi simili a quelli che fareste su un file digitale a colori.
Punti di forza del kit JJC per digitalizzare pellicole 35mm
La semplicità ma anche la praticità d’uso mi hanno portato a considerare questo sistema e a parlarne.
È un sistema completo, compatto, facilmente trasportabile e che non necessita di componenti o supporti esterni: questo fa sì che digitalizzare pellicole utilizzando la fotocamera sia accessibile anche a chi ha meno esperienza o attrezzature accessorie.
Per me la svolta è poter appoggiare il sistema sul tavolo senza dovermi preoccupare di stativi verticali, supporti non perfettamente stabili e allineamenti che pregiudicherebbero la riuscita di una buona digitalizzazione. Nel kit JJC viene fornita anche una luce incorporata di dimensioni adeguate, il che non stanca la vista e semplifica ulteriormente la procedura.
Quasi tutte le fotocamere moderne e gli obiettivi macro permettono di digitalizzare fotogrammi di pellicola con una qualità d’immagine elevata e i tempi di acquisizione del singolo fotogramma sono molto velocissimi.
La luce led è diffusa uniformemente e la sua dimensione è superiore a quella del fotogramma da acquisire. In questo modo non si hanno cadute di luce agli angoli del fotogramma: l’illuminazione è omogenea.
Il sistema nel complesso è pratico, leggero ma anche solido. Basta una piccola scrivania e non servono supporti o luci accessorie e, una volta finito, torna ordinatamente nella sua piccola confezione.
La predisposizione per alcune configurazioni molto diffuse ne fa chiaramente un prodotto pensato per essere facile da utilizzare anche dai meno esperti. Ma allo stesso tempo la modularità lo rende universale e non vincolato a queste configurazioni.
Punti deboli
I porta-pellicole, in plastica, sembrarono un po’ delicati, ma non mi hanno dato problemi.
A parte questa spigolatura, non mi viene in mente altro da segnalare.
Da considerare
L’unico aspetto che va considerato è che trattandosi di una soluzione quasi totalmente dipendente dalla periferica di acquisizione (fotocamera e obiettivo), la resa qualitativa sarà direttamente proporzionale alla qualità del mezzo usato. Anche la dimensione dei file ottenuti dipenderà dal numero dei pixel del sensore. Su alcune configurazioni una parte dei pixel si perdono in fase di ritaglio, ma – come indicato nella tabella – non con tutte.
E, mi ripeto perché lo trovo un aspetto importante, consiglio vivamente di utilizzare un obiettivo macro.
Prezzo
Il prezzo è imbattibile. Spesso si trova ben al di sotto dei 100€.
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