Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5: zoom kit anni ‘80 | Recensione

Il Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5 è il primo zoom vintage Canon FD che utilizzo. Per la precisione, è in assoluto il primo obiettivo vintage della serie FD di Canon che adatto su una fotocamera digitale.

Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5
Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5

Gli zoom 35-70mm

Il 35-70mm è uno zoom che merita un minimo di contestualizzazione. Oggi, uno zoom 2x di questo tipo, che copre lunghezze focali prossime al normale 50mm non desta molto interesse. Ma il 35-70mm è un obiettivo che negli anni Ottanta equipaggiò spesso le fotocamere come ottica kit. Divenne lo zoom standard, alternativa meno luminosa ma più versatile al classico 50mm. Si trattava di zoom per lo più dalla costruzione economica, in materiali plastici, per contenere il prezzo e il peso.

Canon, nel tempo, ha prodotto più di uno zoom 35-70mm con attacco FD:

I modelli più recenti, in particolare quello del 1983, di cui parlerò nell’articolo, hanno una costruzione più economica. Una scelta in linea anche con la produzione delle fotocamere della serie T.

Caratteristiche e materiali

Dimensioni: 60.9×63mm (lunghezza x diametro)
Peso: 200g
Diametro filtri: 52mm (ma solo a 35mm)
Diaframma: f/3.5-4.5-f/22 (diaframma a 5 lamelle)
Schema ottico: 9 elementi in 8 gruppi

Il Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5 è costruito interamente in materiali plastici il che, seppur ne evidenzi subito l’economicità, lo rende incredibilmente leggero: appena 200g. Le scelte costruttive, insieme al nuovo schema ottico che ne aumenta la compattezza, ne fanno un campione di portabilità. Uno zoom che, in termini di dimensioni, non fa rimpiangere un’ottica fissa normale.

Rispetto ai precedenti 35-70mm della serie FD di Canon, il guadagno dimensionale è evidente: la prima versione pesava 575g e aveva dimensioni di 120x69mm; la seconda 315g e 84,5x63mm. Certo, c’è da accettare qualche compromesso in termini di materiali e luminosità massima, ma va sottolineato il contributo apportato dal nuovo design ottico.

Quando ho dovuto scegliere quale versione acquistare non ho avuto dubbi visto che cercavo un obiettivo compatto e facilmente trasportabile.

Comandi e operatività

Sul barilotto sono presenti tre ghiere: selezione dei diaframmi, delle lunghezze focali (zoom) e quella per la messa a fuoco manuale. Su quest’ultima è riportata la scala delle distanze espressa in metri e piedi.

Ghiera dei diaframmi

La ghiera dei diaframmi ha i click in corrispondenza sia degli stop sia dei mezzi stop. È presente anche un bottone per impostare la posizione A (era la modalità per l’esposizione automatica, compatibile con alcuni modelli di fotocamere Canon). I segni che indicano il diaframma selezionato sono due dato che l’apertura non è costante su tutta l’escursione focale. La linea azzurra, colore che riempie anche l’incisione della scritta 35 sulla ghiera dello zoom è relativa al diaframma per la focale 35mm; quella rosa per i 70mm. Mentre i diaframmi indicati dalla linea azzurra sono inequivocabilmente identificabili, l’indicazione per i 70mm risulta più approssimativa.

Il passaggio tra uno stop e l’altro è netto, non si corre il rischio di cambiare diaframma per errore.

Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5 adattato su mirrorless digitale Sony full frame
Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5 adattato su mirrorless digitale Sony full frame

Ghiera dello zoom e filettatura per filtri a vite

Su di essa sono riportate tre incisioni: 35, 50 e 70. L’incisione che indica i 35mm è riempita con vernice azzurra, i 50mm con quella bianca e i 70mm sono indicati in rosa. Notazioni, come abbiamo appena visto, utili per la selezione dei diaframmi.

Azionando lo zoom l’estensione dell’obiettivo non cambia: i gruppi ottici si spostano all’interno del barilotto. Qui sorge però un problema perché 35 mm è l’unica lunghezza focale alla quale il corpo in movimento che ospita i gruppi ottici e anche la filettatura per i filtri a vite si sposta in avanti fino ad arrivare al pari con e il bordo del barilotto. Ciò comporta che 35 mm sia l’unica lunghezza focale alla quale si possono montare filtri perché quando il gruppo ottico frontale è arretrato non si può sfruttare la filettatura. Inoltre, una volta avvitato un filtro (con filettatura da 52mm) questo blocca in rientro del gruppo e quindi lo zoom non può essere impostato su altre lunghezze focali.

A prima vista, credevo che all’interno del barilotto vi fosse una seconda filettatura, dal diametro maggiore (55mm), sulla quale è infatti agganciato il tappo anteriore dell’obiettivo. Ho provato perciò ad avvitarci un filtro ma il passo non sembra essere compatibile: forse non era pensata per questo scopo. Quindi, 35mm sembra essere l’unica focale alla quale si possono avvitare i filtri.

Lunghezza focale impostata su 35mm (a sinistra): il gruppo ottico anteriore arriva al pari del bordo. Focale impostata su 50mm (a destra): il gruppo ottico anteriore arretra
Lunghezza focale impostata su 35mm (a sinistra): il gruppo ottico anteriore arriva al pari del bordo. Focale impostata su 50mm (a destra): il gruppo ottico anteriore arretra

Infine, per fissare il tappo anteriore sulla filettatura del barilotto, bisogna far arretrare leggermente il gruppo ottico frontale portando lo zoom in posizione più tele rispetto ai 35mm. Ma se poi riportiamo la posizione su 35mm senza aver tolto prima il tappo quest’ultimo schizzerà via scalzato dal gruppo mobile interno.

Ghiera di messa a fuoco

È la più ampia delle tre ghiere ed è posta nella parte terminale del barilotto, anzi, costituisce la parte terminale del barilotto, la stessa che accoglie l’attacco esterno per il paraluce. Il feedback, quando si mette a fuoco non è dei migliori, non è quella bella sensazione che si prova con lenti manuali vintage più curate. Somiglia molto a quella dell’economico Nikon 100mm f/2.8 della serie E che recensii un po’ di tempo fa. E devo dire che quella di questo 35-70mm è probabilmente un po’ peggiore.

La ghiera dell’esemplare in mio possesso ha due resistenze differenti: nella parte “MACRO” e alle distanze ravvicinate molto fluida, alle altre una resistenza anomala, come se fosse frenata. Credo che dipenda dallo stato di conservazione/manutenzione dell’esemplare in mio possesso.

Modalità "macro"
Modalità “macro”

Modalità Macro

L’obiettivo ha una utile funzionalità “macro” compatibile con tutte le lunghezze focali. Oltre la distanza minima di fuoco, pari a 50cm, sulla scala delle distanze troviamo una linea gialla e la notazione “MACRO”. La distanza minima di fuoco in “macro” scende a circa 39cm. La capacità di ingrandimento diventa di 0.11x a 35mm e di 0.2x a 70mm (ho verificato solamente il valore della distanza minima di fuoco).

Paraluce

Utilizza un paraluce semplice, in plastica leggera, modello BW-58C. Non è difficile da reperire ed è poco costoso. Si innesta nella parte frontale del barilotto e si fissa con una leggera rotazione. Quando non in uso può essere montato rovesciato.

Operatività

Il feeling non l’ho trovato entusiasmante. Anche il Nikon 100/2.8 della serie E è un obiettivo economico, ma mi è sembrato un po’ superiore rispetto a questo 35-70mm. Può incidere sicuramente lo stato di conservazione dell’ottica: si tratta sempre di esemplari usati con i loro quarant’anni sulle spalle. E non ho idea di come si comportasse da nuovo.

A favore di questo zoom voglio però sottolineare che molti zoom kit più recenti, che equipaggiavano le reflex elettroniche a pellicola (e non) negli anni Duemila, e anche gli obiettivi zoom kit di alcune mirrorless, non erano migliori, anzi… Con le sue plastiche apparentemente poco robuste, questo Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5 ha superato degnamente quasi mezzo secolo rimanendo del tutto utilizzabile.

Qualità d’immagine

A tutta apertura l’immagine è morbida, viziata da bagliori.

f/5.6 e f/8 sono i diaframmi in cui la resa è migliore. In particolare, a f/8 si ha una maggiore omogeneità sul fotogramma, sebbene i bordi restino sempre meno nitidi rispetto al centro.

Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5 a 35mm f/3.5 - centro - ritaglio al 100%
Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5 a 35mm f/5.6 - centro - ritaglio al 100%
Raw sviluppati in DxO PhotoLab senza ulteriori correzioni.

In ogni caso, l’aver adattato l’obiettivo su una fotocamera full frame da più di 40Mpx non dà certo una mano a un’ottica di qualità non eccezionale: da f/11 la diffrazione inizia a farsi vedere e a f/16 e f/22 gli effetti diventano ben evidenti.

Nel complesso la qualità è in linea con la classe dell’ottica.

Vignettatura

A 35mm e a 50mm ogni traccia di vignettatura scompare rispettivamente a f/11 e a f/8.
A 70mm è presente a tutti i diaframmi, ma si va riducendo di intensità e dimensione a mano a mano che ci si avvicina all’apertura minore. A f/16 è ormai molto lieve.

Canon FD 35-70mm a 35mm f/3.5
Canon FD 35-70mm a 35mm f/3.5
Canon FD 35-70mm a 35mm f/5.6
Canon FD 35-70mm a 35mm f/5.6

Aberrazioni cromatiche

Più o meno sempre presenti, alle varie lunghezze focali e diaframmi, ma non sono un particolare elemento di disturbo. Nella maggior parte delle situzioni è anche difficile notarle se non si cercano. Quando sono più evidenti, in particolare nelle zone ad alto contrasto, si riescono a mitigare o correggere in postproduzione.

Aberrazioni cromatiche non corrette (a sinistra) e corrette (a destra). Situazione complessa, ritaglio al 100%
Aberrazioni cromatiche non corrette (a sinistra) e corrette (a destra). Situazione complessa, ritaglio al 100%

Distorsioni ottiche

A 35mm si nota una distorsione a barile, a 70 a cuscino. Entrambe facilmente correggibili in postproduzione. Nelle situazioni in cui mancano riferimenti geometrici come linee rette, dove non sono presenti elementi architettonici, non sono necessariamente da correggere. A 50mm si nota una lieve distorsione a cuscino, per lo più trascurabile.

35mm: distorsioni ottiche non corrette
35mm: distorsioni ottiche non corrette
35mm: distorsioni ottiche corrette
35mm: distorsioni ottiche corrette
50mm: distorsioni ottiche non corrette
50mm: distorsioni ottiche non corrette
50mm: distorsioni ottiche corrette
50mm: distorsioni ottiche corrette
70mm: distorsioni ottiche non corrette
70mm: distorsioni ottiche non corrette
70mm: distorsioni ottiche corrette
70mm: distorsioni ottiche corrette

Riflessi e stellina

Sul fronte artefatti e velature non è il massimo, anche se molto dipende dalle situazioni. Se i primi sono presenti in misura più o meno significativa quando il sole è all’interno del fotogramma, sono le velature (perdite di contrasto) dovute alla presenza del sole (fonte luminosa) appena fuori dal fotogramma a essere più presenti.

La stellina non è definita, ma ho visto di peggio. Tra l’atro, osservandola, ho notato che il diaframma è a 5 lamelle (produce stelle con dieci raggi) e non a otto come indicato un po’ ovunque.

Canon-FD-35-70mm-f3.5-4.5-stellina

Sfocato (bokeh)

L’obiettivo non è molto luminoso e, come avete appena letto, il diaframma non è composto da molte lamelle. Ho fatto solo poche prove sulla resa dello sfocato a 70mm, a una distanza compresa fra i 5m e il metro e mezzo dal soggetto. Ho chiuso di uno o due stop rispetto alla massima apertura per migliorarne la resa: in tali condizioni lo sfocato non si presenta né morbido né pulito.

Parfocal e focus shift

Non si tratta di un obiettivo parfocal: variando la lunghezza focale non viene mantenuto il punto di fuoco. Però non ho notato presenza di focus shift: il punto di fuoco scelto a tutta apertura rimane a fuoco anche chiudendo il diaframma.

Canon-FD-35-70mm-f3.5-4.5_bn

Generi fotografici

Viaggio, vacanze, uso occasionale sono i generi principali per cui lo trovo adatto. Un 35-70mm non è uno zoom tuttofare, ma – questo modello in particolare – ha il pregio di essere leggero e compatto. Ai tempi in cui venne progettato l’idea era di coprire tre lunghezze focali ritenute importanti: il 35mm, il 50mm e il 70mm.

Oggi un 35mm non ci sembra quasi nemmeno un grandangolare, ma contestualizzato in un periodo in cui gli obiettivi dai 20mm ai 24mm erano considerati abbastanza spinti sul fronte wide, un 35mm era percepito in modo diverso.
Il 35mm resta una lunghezza focale abbastanza versatile, adatta tanto al ritratto ambientato quanto al paesaggio. Dall’altro lato, un 70mm permette un ritaglio superiore del normale cinquantino e si presta meglio al ritratto con taglio classico.

La modalità macro, seppur non sia da confondere con un vero macro, aggiunge al Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5 quel tratto di versatilità in più che non scomoda quando ci si sposta leggeri e con pochi obiettivi.

Canon-FD-35-70mm-f3.5-4.5_bn2

Esperienza d’uso

Seppur il feeling a livello tattile non sia stato entusiasmante, né a livello di materiali né operativo, compattezza, leggerezza e qualità d’immagine generale mi hanno fatto apprezzare lo zoom nel suo complesso.

Andando indietro nel tempo, ricordo che possedetti già un 35-70mm di dimensioni simili: si trattava di un obiettivo kit per una delle prime Pentax a pellicola dotate di autofocus. Fotocamera della seconda metà degli anni Ottanta. Ricordo che lo utilizzai, insieme a un medio-tele fisso, durante alcuni trekking e, pur nel limitato range di focali coperto, apprezzai la maggiore libertà rispetto al 50mm fisso a cui ero abituato.

Ho utilizzato lo zoom Canon FD adattato su una digitale mirrorless Sony full frame con sensore da 42Mpx durante le passeggiate. L’ho portato senza sforzo e le foto scattate hanno una qualità d’immagine degna.

Canon-FD-35-70mm-f3.5-4.5_col

Conclusioni: a chi lo consiglio

La definizione obiettivo kit viene spesso, erroneamente, utilizzata in modo dispregiativo. Si perde di vista che si tratta del primo obiettivo per iniziare a fotografare, venduto insieme alla fotocamera. Il più delle volte ha caratteristiche nella media, si tratta di un compromesso tra qualità, prezzo e prestazioni. Questo 35-70mm incarna perfettamente la filosofia dell’obiettivo kit: non eccelle in nulla ma è generalmente accettabile o più che accettabile. Sul fronte prezzo poi, oggi si trova (esclusivamente) usato a cifre irrisorie.

Prezzo

Il prezzo varia tra i 25 e i 40€, soprattutto se acquistato da privati. Può raggiungere i circa 70€ se comprato in negozio dove ha ricevuto un minimo di controlli. Una cifra credo invitante per un obiettivo che, pur non essendo specialistico, un ambito di impiego occasionale lo trova.

Alla cifra per l’acquisto dell’obiettivo dovete aggiungere quella per un adattatore per montarlo sulla fotocamera mirrorless.

Adattatore

La spesa per un adattatore meccanico è più o meno pari a quella dell’obiettivo. Posseggo due adattatori per le ottiche con attacco Canon FD per Sony E-mount (NEX): uno di Fotodiox e uno di K&F Concept.

Nota: Gli adattatori per il sistema Canon FD hanno una ghiera con riportata la dicitura lock e open. Per poter azionare il diaframma agendo sulla ghiera dei diaframmi posta sul barilotto bisogna portare il selettore dell’adattatore in posizione lock. In caso contrario l’obiettivo lavorerà sempre a tutta apertura.

Canon-FD-35-70mm-f3.5-4.5_bn3

Utilizzo

Quando adattate un obiettivo manuale come questo, in cui la trasmissione dei comandi è meccanica, la messa a fuoco e la selezione dei diaframmi (e lo zoom) saranno manuali. I dati del diaframma o della lunghezza focale utilizzati non verranno registrati nel file d’immagine. Si tratta di un problema? Per me no, ma ci tengo a precisarlo visto che non tutti, per esempio, apprezzano mettere a fuoco manualmente.

Per quanto riguarda l’utilizzo pratico, ho pubblicato alcuni video con qualche consiglio per sfruttare al meglio questi obiettivi una volta adattati.

Se si tratta del vostro primo obiettivo manuale adattato, forse, inizierei con qualcos’altro. Magari non uno zoom e magari con un’ottica che abbia una messa a fuoco manuale con una risposta migliore come un 50mm/1.8. Ma a parte questo, e considerata la spesa, non vedo motivi per non consigliare il Canon FD 35-70mm f/3.5-4.5 se si tratta di un range di focali adatto alle vostre esigenze.

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