Brightin Star 9mm f/5.6 – Ultra grandangolare | Recensione

Il Brightin Star 9mm f/5.6 è un obiettivo ultragrandangolare non fish-eye che copre il formato full frame. È disponibile con attacco Sony E (versione utilizzata per questo articolo), Canon RF, Nikon Z e L-mount. L’angolo di campo sul pieno formato è estremamente ampio (superiore ai 130°) e l’esperienza di scatto unica.

Brightin Star 9mm f/5.6
Brightin Star 9mm f/5.6

Specifiche tecniche

Dimensioni: 64x83mm ca. (misurato con i tappi)
Peso: 469g (tappi inclusi)
Diametro filtri: 34mm (a vite posteriori)
Diaframmi: f/5.6-22
Numero lamelle: 5
Schema ottico: 16 elementi in 11 gruppi
Distanza minima di messa a fuoco: 0.2m

Dimensioni, design, peso, comandi

Molto compatto (grazie anche all’apertura massima f/5.6), leggero ma non leggerissimo: è costruito interamente in metallo. Il tappo frontale (in metallo) è a pressione e si ancora sul paraluce non removibile grazie a una fascia di materiale morbido al suo interno (che aggiungendo spessore produce resistenza e si oppone allo sfilarsi accidentale). Il paraluce (in metallo) ha forma a petalo e contribuisce a proteggere la prominente lente frontale.

Brightin Star 9mm f/5.6 - Comandi
Brightin Star 9mm f/5.6 – Comandi

Si tratta di un obiettivo manuale privo di contatti elettrici sulla baionetta. Sul barilotto troviamo la ghiera per la selezione dei diaframmi e quella per la messa a fuoco. La ghiera dei diaframmi ha i click in corrispondenza degli stop interi. Non sono selezionabili gli stop intermedi fatta eccezione per uno scatto tra f/5.6 e f/8, in corrispondenza del quale si trova un pallino (•) al posto della notazione numerica. La ghiera della messa a fuoco fa una certa resistenza ma è comunque fluida e funziona bene. Sono presenti la scala delle distanze e quella delle profondità di campo. Le rifiniture di colore arancione spiccano piacevolmente sulla verniciatura nera.

Filtri a vite posteriori

La lente frontale sporgente non permette di montare filtri a vite frontalmente ma nella parte posteriore è prevista una sede con filettatura per alloggiare un filtro con diametro di 34mm. A corredo viene fornito un filtro ND1000 (Neutral Density da 10 stop).

Installazione filtro posteriore (ND1000)
Installazione filtro posteriore (ND1000)

Importante: filtro posteriore e messa a fuoco

Il filtro posteriore, avvitato dopo l’ultima lente dell’obiettivo, va a posizionarsi fra quest’ultima e il sensore. La sua presenza causa uno spostamento nel piano di fuoco di cui è necessario tenere conto. Dalle prove che ho fatto, con il filtro montato si ha un corretto fuoco all’infinito (e una profondità di campo nitido quasi totale) selezionando 0.3 m sulla scala delle distanze. In ogni caso vi consiglio di fare qualche prova e verificare voi stessi, magari partendo da questa impostazione.

Ricordo che un filtro ND1000 rende meno agevole la focheggiatura (anche utilizzando il live view o il mirino elettronico) per via della caduta di luce di 10 stop quindi utilizzate il diaframma più aperto (f/5.6) per verificare la messa a fuoco. Nei test pratici non ho notato focus shift alla chiusura del diaframma quindi il piano di fuoco selezionato focheggiando a f/5.6 non subisce variazione diaframmando.

Considerata la perdita di luminosità che si ha con il filtro montato e le difficoltà che ne derivano in fase di messa a fuoco: conoscere la distanza da impostare sulla ghiera di messa a fuoco manuale senza dover utilizzare il controllo visivo attraverso la fotocamera è molto utile.

Qualità d’immagine

Al centro è buono già a tutta apertura (f/5.6) ma per avere una resa più omogenea su tutto il fotogramma (nelle aree intermedie e verso i bordi) bisogna chiudere di uno stop. f/8 e f/11  sono i diaframmi con resa generale migliore. Nell’uso reale, valutando la resa a distanza non ravvicinata, è difficile dire quale dei due diaframmi abbia il comportamento migliore: le immagini ingrandite a monitor sono davvero simili. Teoricamente f/11 dovrebbe mostrare un leggero calo dovuto alla diffrazione ma, visionando gli scatti, non si nota praticamente la differenza.

A meno di non voler allungare i tempi di scatto, chiudere oltre non serve: su un 9mm a questi diaframmi la profondità di campo è veramente estesa, inoltre a f/16 gli effetti della diffrazione si fanno vedere e ancora di più a f/22.

Immagine di riferimento
Immagine di riferimento
Ritagli al 100% dei riquadri evidenziati. Cliccare per ingrandire
Ritagli al 100% dei riquadri evidenziati, non è stata aggiunta nitidezza. Cliccare per ingrandire: il file si aprirà in una nuova scheda del browser. A seconda della risoluzione dello schermo dovrete cliccare sull’immagine (se appare l’icona di una lente) per visionare il dettaglio al 100%.

Vignettatura

La vignettatura è sempre presente e resta pressoché invariata a tutti i diaframmi. Non la trovo in sé un aspetto problematico e ho evitato di correggerla quando diventa un elemento funzionale. Penso a situazioni in cui una caduta di luce ai bordi aggiunge interesse all’immagine o contribuisce a portare l’attenzione verso il centro del fotogramma.

Vignettatura a f/5.6
Vignettatura a f/5.6

Distorsioni ottiche

Considerata la lunghezza focale, le distorsioni ottiche sono veramente contenute. Sono distorsioni di tipo complesso: la distorsione che si nota in condizioni normali è a barile, facilmente correggibile. Andando verso i bordi si ha una più leggera distorsione a cuscino, che diventa appena più evidente quando si corregge quella a barile e solamente se si è in presenza di linee rette ai bordi del fotogramma. Si ha quindi una distorsione a onda che per una perfetta correzione richiederebbe un profilo, al momento non disponibile, ma di fatto una volta corretta la distorsione a barile si è fondamentalmente a posto.

Distorsioni ottiche non corrette
Distorsioni ottiche non corrette
Distorsione a barile corretta
Distorsione a barile corretta

A meno di non utilizzare il Brightin Star 9mm f/5.6 per fare principalmente fotografia di architettura si può convivere serenamente con questa imperfezione.

Aberrazioni cromatiche

Aberrazioni cromatiche laterali minime e correggibili (manualmente) in postproduzione. Non costituiscono un problema nemmeno in condizioni di scatto critiche nelle zone ad alto contrasto.

Le AC sono minime e facilmente correggibili: AC non corrette (sx) e corrette (dx)
Le AC sono minime e facilmente correggibili: AC non corrette (sx) e corrette (dx). Particolare ingrandito al 200%. Cliccare per ingrandire.

Riflessi e stellina

La resistenza ai riflessi è più che buona: non ho notato velature e perdite di contrasto in situazioni di controluce, nemmeno in situazioni estreme (salvo in casi sporadici nei quali basta variare di poco l’inquadratura per risolvere il problema). Gli artefatti di tipo geometrico (ghosting) sono assenti o minimi: quasi sempre ignorabili.

La stellina, apprezzabile da f/8, è definita e gradevole. Un diaframma a cinque lamelle produce una stella a dieci raggi. Considerato l’enorme angolo di campo è un aspetto particolarmente positivo perché se fotografiamo all’aperto è molto probabile che il sole finisca nell’inquadratura.

Brightin-Star-9mm-f5.6-stella

Esperienza d’uso

Un 9mm che copre il formato full frame ha un angolo di campo molto ampio e le sue potenzialità emozionano fin da subito, soprattutto se consideriamo che il Brightin Star 9mm f/5.6 ha distorsioni ottiche minime, una più che buona resistenza ai riflessi e una valida resa su tutto il fotogramma.

Scattare con questo tipo di obiettivi richiede di comporre con la massima attenzione a meno di non volere/ricercare deformazioni. Anche la scelta e il posizionamento dei soggetti sono importanti. Evitate di inserire nell’inquadratura ciò che verrà riprodotto con dimensioni così ridotte da sparire nell’immensità della scena ripresa oppure di includere troppi elementi se distraggono dal reale punto di interesse. Entrambi errori in cui è facile cadere quando si inizia a utilizzare un supergrandangolare.

Un obiettivo così spinto sul fronte wide è utile per creare particolari rapporti fra soggetti che si trovano distanti tra loro, soprattutto tra quelli sul primo piano e i piani più distanti. O anche per usare soggetti molto vicini come quinte accettabilmente nitide.

Brightin-Star_9mm_f5.6-quinte-colore

Bisogna prestare attenzione a cosa includiamo nelle zone periferiche dell’inquadratura, sia perché è facile catturare inavvertitamente elementi indesiderati, sia perché si ha un fisiologico “stiramento” agli angoli dell’immagine e alcuni soggetti potrebbero apparire palesemente deformati.

Ancora, questo Brightin Star si presta a essere usato in modo creativo, anzi invita a farlo, ma non scordate che una prospettiva inusuale da sola non è sufficiente a fare una bella fotografia.

Generi principali

Il Brightin Star 9mm f/5.6 ha un angolo di campo molto ampio ma non è un obiettivo fish-eye e questo ne aumenta la versatilità. Non è un’ottica adatta a tutte le situazioni ma considerate le sue ottime caratteristiche è adatto alla fotografia di documentazione, di interni, di paesaggio e, in una certa misura, anche di architettura.

Brightin-Star_9mm_f5.6-Kiefer
Mostra di Anselm Kiefer, Palazzo Strozzi (Firenze)

Gli obiettivi con lunghezze focali così ridotte permettono di ottenere inquadrature insolite ed evocative, di enorme respiro e impatto. La forza di un super grandangolare è proprio quella di creare scatti che emozionano, iper-coinvolgenti. Il prezzo da pagare è fare i conti con alcune deformazioni fisiologiche, come le “stirature” agli angoli e ai bordi e con un comportamento estremamente sensibile al minimo fuori bolla.

Lo trovo molto utile anche per riprendere in spazi angusti, o dove la possibilità di indietreggiare per includere un soggetto è limitata: in passato mi sarebbe stato estremamente utile per alcuni scatti informativi e per prendere appunti visivi.

Conclusioni

Il Brightin Star 9mm f/5.6 è uno di quegli obiettivi che potrebbe essere tenuto sempre nello zaino, sia per le sue dimensioni ma anche per la sua versatilità. Può rivelarsi risolutivo in più di una situazione e di fatto è più flessibile di quanto ci si possa immaginare. Un 9mm per full frame restituisce un angolo di campo abbastanza estremo, ci va presa un po’ la mano sia nell’utilizzo generale (all’inizio probabilmente vi posizionerete sempre a una distanza eccessiva dai soggetti) sia nello sperimentare le situazioni in cui sfruttarlo al meglio.   

Brightin-Star_9mm_f5.6

Esasperando la relazione fra soggetti vicini (vicinissimi) e lontani e stravolgendo i rapporti che normalmente ci aspetteremmo di vedere tra di essi: focali così corte aggiungono una componente creativa ma anche sorprendente. Trascinano letteralmente l’osservatore all’interno della foto, soprattutto se si impiegano elementi e linee guida che invitano a entrare nell’immagine.

Un obiettivo così mi avrebbe fatto molto comodo anche in passato e, prima di provarlo, non avrei pensato che potesse avere una resa e caratteristiche generali così interessanti.

Prezzo

Il prezzo, considerate le caratteristiche, mi sembra adeguato ed è al di sotto di quello di obiettivi con lunghezza focale simile. Produttori terzi, che propongono obiettivi anche particolari e di qualità sempre più elevata, hanno fatto sì che ottiche come questo 9mm diventassero accessibili a un pubblico non solo di nicchia.

Prezzo sul sito ufficiale: https://brightinstar.com/
Prezzo si Amazon.it: https://amzn.to/3UkTztM (link affiliazione)

Brightin-Star-9mm-f-5.6

Disclaimer

Brightin Star mi ha gentilmente fornito l’obiettivo oggetto della recensione. I contenuti che avete letto e visionato riflettono esclusivamente il mio pensiero: Brightin Star non ha fatto pressioni per orientarli e non li ha visionati prima della pubblicazione.

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