Nikon 100mm f/2.8 Serie E: obiettivo vintage | Recensione

La mia passione per gli obiettivi vintage adattati sulle fotocamere digitali mi ha portato ad acquistare un Nikon 100mm f/2.8 serie E. Sì, avete letto bene, Nikon e non Nikkor.

Si tratta di un obiettivo medio-tele estremamente leggero e compatto di una serie “più economica”, con il barilotto in plastica e luminosità massima f/2.8. Come vedremo, l’essere più economico riguarda principalmente la qualità costruttiva, i materiali impiegati e il prezzo a cui si trova usato.

Nikon 100mm f/2.8 serie E: nella cornice della lente frontale si legge Nikon e non Nikkor
Nikon 100mm f/2.8 serie E: nella cornice della lente frontale si legge Nikon e non Nikkor

Prima di iniziare:

  1. ricordo che l’obiettivo non nasce per l’utilizzo su fotocamere digitali. I risultati che condivido si riferiscono al suo comportamento su una mirrorless Sony full frame con sensore a elevata densità di pixel (42 Mpx) e non sul sistema nativo (Nikon a pellicola). Normalmente, soprattutto quando si ha a che fare con obiettivi datati (il Nikon 100mm/2.8 viene prodotto dal 1979) l’adattamento ne riduce, almeno in parte, le potenzialità. Per adattare l’obiettivo per reflex Nikon F-mount sul sistema Sony mirrorless E-mount ho utilizzato un adattatore Fotodiox Pro. Ne esistono anche altri modelli più economici, soprattutto per adattare lenti datate, tipo questo della K&F in versione PRO potrebbe essere un’alternativa.
  2. Nonostante non abbia trascurato gli aspetti tecnici ho preferito recensire l’obiettivo in situazioni d’uso reali. Ho comunque effettuato anche test mirati in condizioni controllate.

La serie E di Nikon

Sono sempre più attratto dagli obiettivi poco ingombranti e facilmente trasportabili. In questo caso, la passione per le ottiche vintage e la ricerca di obiettivi compatti e leggeri mi hanno portato verso un oggetto che coniuga entrambi gli aspetti. Non sono un esperto di attrezzatura Nikon, anzi, per una serie di casualità il brand è sempre rimasto fuori dai miei radar. Fino a che non ho acquistato questo 100mm infatti non sapevo nulla della serie E anche se la scritta Nikon, e non Nikkor, sull’anello che trattiene il gruppo ottico anteriore mi aveva subito incuriosito.

La serie E di Nikon, i cui obiettivi erano marchiati Nikon e non Nikkor, nasceva come alternativa economica e compatta alle ottiche più ingombranti e costose di fascia superiore. Un’esigenza di mercato, quindi, per rispondere alla domanda di obiettivi più compatti, leggeri ed economici da parte del pubblico statunitense. La serie E p composta da poche ottiche (5 fissi e 3 zoom) e, per filosofia e intenti, potrebbe essere assimilata a linee di obiettivi compatti tornati oggi molto in voga. Samyang, giusto per citare un produttore di terze parti, anni fa inaugurò la serie Tiny; ma anche altri brand hanno fatto lo stesso. Come dissi a proposito della Sony A7C: è tornata la voglia di portabilità nel settore mirrorless e non avrebbe senso limare le dimensioni delle macchine e non pensare agli obiettivi.

Non si deve pensare però che, oggi come allora, queste serie di ottiche compatte e più economiche avessero una resa qualitativa scadente. Già ai tempi Nikon non aveva alcuna intenzione di perdere la faccia sul fronte della qualità d’immagine restituita.

(Molte delle informazioni sulla serie E sono tratte da MiR)

Nikon 100mm f/2.8 serie E montato su un adattatore per fotocamere Sony E
Nikon 100mm f/2.8 serie E montato su un adattatore per fotocamere Sony E
Nikon 100mm f/2.8 serie E: la messa a fuoco non è interna
Nikon 100mm f/2.8 serie E: la messa a fuoco non è interna

Dimensioni, design, peso e comandi

Dimensioni: 62.5×57.5mm (diametro x lunghezza)
Peso: 215g
Diametro filtri: 52mm
Diaframma: 7 lamelle
Schema ottico: 4 elementi in 4 gruppi (Ernostar)
Anni di produzione: 1979-1985 (l’esemplare in mio possesso dovrebbe risalire all’inizio del 1981)

Il Nikon 100mm f/2.8 è un obiettivo manuale progettato per fotocamere reflex Nikon a pellicola. Sul barilotto sono presenti la scala delle distanze e quella delle profondità di campo. L’escursione della ghiera per la messa è un buon compromesso fra precisione e rapidità. La ghiera dei diaframmi è posta vicino alla baionetta: la massima apertura è f/2.8, la minima f/22. Non sono previsti mezzi stop fra un diaframma e l’altro. A livello ergonomico è piacevole da utilizzare e i pesi e gli ingombri minimi. L’esemplare recensito appartiene alla prima serie: dopo i primi mesi del 1981 venne commercializzata una seconda serie con alcune migliorie estetiche e nei materiali.

Paraluce

Il paraluce originale era il Nikon HR-5 (H = Hood, paraluce; R = rubber, gomma). Si trattava di un paraluce collassabile in gomma con innesto a vite. La scelta di un modello collassabile era particolarmente azzeccata visto che un paraluce rigido a vite avrebbe inficiato sulla compattezza. Purtroppo, il modello HR-5 è molto raro: online ne ho visti pochi esemplari e a costi abbastanza elevati. In alternativa vengono consigliati i modelli HN-7 o HN-8, sempre a vite ma rigidi. Oppure, si possono impiegare modelli con innesto rapido (Nikon HS) con passo da 52 progettati per teleobiettivi con lunghezza focale simile.

(Per la maggior parte delle informazioni sui paraluce ringrazio Marco Cavina. Potete leggere i suoi dettagliatissimi articoli più recenti sul sito di New Old Camera (NOC)).

Qualità d’immagine

La resa generale è buona, la nitidezza non fa pensare certo a una lente “economica”. Il centro resta sempre leggermente più performante rispetto ai bordi, ma da f/5.6 il comportamento è abbastanza omogeneo.
A f/2.8 è utilizzabile seppur si notino una leggera velatura/bagliore, probabilmente evidenziati dall’adattamento (condizione che si riscontra spesso a tutta apertura con ottiche abbastanza luminose) che ne pregiudicano un po’ la qualità. f/5.6 e f/8 sono i diaframmi con la resa più elevata e uniforme: la nitidezza è davvero buona. A f/11 si iniziano a percepire gli effetti della diffrazione, ancora poco influenti, che aumentano fisiologicamente a f/16 e f/22. A f/22 la perdita qualitativa è più evidente, ma resta utilizzabile in caso di necessità.

Nikon 100mm f/2.8 - Qulità d'immagine a lunga distanza. Immagine di riferimento. Nessuna correzione applicata. AC non corrette
Qualità d’immagine a lunga distanza. Immagine di riferimento. Nessuna correzione applicata. AC non corrette. L’immagine è leggermente sottoesposta, ho caricato direttamente i RAW senza intervento, in ogni caso la trovo adeguata come supporto di quanto scritto nell’articolo
f/2.8 - centro-bordo
f/2.8 – centro-bordo
f/4 - centro-bordo
f/4 – centro-bordo
f/5.6 - centro-bordo
f/5.6 – centro-bordo
f/8 - centro-bordo
f/8 – centro-bordo
f/11 - centro-bordo
f/11 – centro-bordo
f/16 - centro-bordo
f/16 – centro-bordo
f/22 - centro-bordo
f/22 – centro-bordo

Vignettatura

Presente a tutta apertura, abbastanza invadente ma correggibile. Chiudendo di uno stop diventa minima per poi sparire diaframmando di due stop.

Nikon-100mm-f2.8-serieE-f2.8-vignettatura-non-corretta
f/2.8 – Vignettatura non corretta
Nikon-100mm-f2.8-serieE-f2.8-vignettatura-corretta
f/2.8 – Vignettatura corretta

Distorsione ottica

Leggerissima, a cuscino. Impercettibile a meno di non avere linee rette come riferimento. Per capirsi, se state fotografando la facciata di un edificio potete applicare una lievissima (quasi nulla) correzione in postproduzione.

Aberrazioni cromatiche

Le aberrazioni cromatiche più insidiose e difficili da correggere, quelle nelle zone fuori fuoco, non sono un reale problema. Le altre tipologie di aberrazioni cromatiche sono invece sempre presenti ma, in postproduzione, sono correggibili. Applicando importanti valori di correzione si eliminano quasi completamente, tanto da renderle ininfluenti.

Nikon 100mm f/2.8 Serie E - Test AC
Immagine test per Purple fringing e correzione in postproduzione
Test AC: non corrette (a sx) e corrette (a dx)
Immagine non corretta (a sx) e corretta in postproduzione (a dx)

Riflessi (ghosting e flare) e stellina

I difetti generati dai riflessi sono il vero tallone d’Achille di questo Nikon 100mm f/2.8 serie E. L’uso in controluce è da evitare: sia con fonti luminose all’interno dell’inquadratura sia appena fuori. Non aver utilizzato il paraluce ha sicuramente peggiorato il risultato, per lo meno nelle condizioni in cui il sole non era diretto verso la lente, ma direi che il trattamento antiriflesso delle lenti non è efficace. Online ho letto, da fonti non ufficiale, che per risparmiare le lenti del 100mm/2.8 serie E hanno ricevuto un trattamento antiriflesso meno efficace. I fatti lo confermerebbero. Qualsivoglia artefatto causato dai riflessi è presente in maniera spiccata: da invadenti geometrie luminose a velature che riducono il contrasto.
Anche per quanto riguarda la stellina, pur diaframmando al massimo, non ho ottenuto risultati degni.

Bokeh

Parlare di bokeh è in generale insidioso e in particolare lo è per me perché è un aspetto a cui ho prestato sempre poca attenzione prediligendo, nella maggior parte dei casi, il “tutto a fuoco”. Quello che posso dire, discostandomi in parte da quanto riscontrato da altri recensori, è che lo sfocato non mi fa impazzire. A mio parere, è sempre abbastanza duro e manca di quella pastosa omogeneità, anche a f/2.8. Ho riscontrato ciò sia a distanza ravvicinata, sia con sfondi distanti. La situazione in cui l’ho apprezzato invece è mettendo a fuoco un soggetto relativamente distante, non necessariamente alla massima apertura, con dietro uno sfondo anche abbastanza dettagliato. In quel caso, almeno a monitor, lo stacco dato dal fuori fuoco e la resa sono piacevoli. Probabilmente però si apprezzerebbe solo su stampe di medie e grandi dimensioni.

Nikon-100mm-f2.8-serieE-bokeh-f2.8
f/2.8
Nikon-100mm-f2.8-serieE-bokeh-f4
f/4
Nikon-100mm-f2.8-serieE-bokeh-f5.6
f/5.6

Focus Shift

Del fenomeno del focus shift ho parlato nell’articolo dedicato al Meike 50mm f/1.7, a cui rimando per la parte teorica. Ciò che ho riscontrato sul Nikon 100mm/2.8 è che focheggiando a tutta apertura la messa a fuoco rimane nel punto scelto anche selezionando il diaframma f/4. Chiudendo però a f/5.6 (e oltre) si verifica invece uno scostamento e diventa necessario rifocheggiare. Da f/5.6 in poi non si hanno variazioni: il punto di messa a fuoco scelto non cambia al solo variare del diaframma. In generale, il focus shift, ossia la variazione del punto di messa a fuoco al variare del diaframma, si nota particolarmente a distanza ravvicinata e ai diaframmi più aperti. Soprattutto se la variazione è minima questa si “riassorbe” a mano a mano che si chiude il diaframma o che si focheggia a distanza maggiore.
Non ho sottomano una casistica estesa di comportamenti delle ottiche in merito al focus shift, ma il comportamento a f/4 è quello che mi ha lasciato un po’ sorpreso. In ogni caso, durante i test per la nitidezza, ho verificato il fuoco prima di scattare ogni volta che variavo il diaframma.

Nikon-100mm-f2.8-serieE-focus-shift-f2.8
f/2.8: a sinistra mettendo a fuoco a f/5.6 per poi aprire il diaframma a f/2.8 per scattare. A destra focheggiando e scanttando a f/2.8

Generi principali

L’essere compatto, leggero e facilmente trasportabile lo rendono un compagno di viaggio ideale, magari da affiancare a un grandangolare o comunque a un obiettivo con un angolo di campo più ampio. Nell’uso in viaggio, durante passeggiate o escursioni si presta a essere usato per fotografare dettagli (non è un macro ma la distanza minima di fuoco è di un metro), architetture o paesaggi.
La lunghezza focale rientra tra quelle dei teleobiettivi da ritratto e, punto a suo favore, è utilizzabile anche a tutta apertura.

È adatto come ottica per fotografia di architettura o paesaggio? Dipende. Si presta sicuramente all’uso per fotografia di architettura vista la distorsione minima e la buona omogeneità di resa sull’intero fotogramma, così come è un interessante teleobiettivo per fotografia di paesaggio. Se vado a leggere alcuni articoli ufficiali dedicati allo schema impiegato sia nel 100mm sia nel 135mm della serie E si apprende che l’ottica venne ottimizzata per le medie distanze. Se mi concentro però sull’uso reale, la resa alle lunghe distanze non è affatto male. Mi sembra comunque in linea con quella offerta da molti altri obiettivi, quando non superiore. Anche a distanza ravvicinata si difende bene.

Nikon 100mm f/2.8 serie E (cliccare per ingrandire)
Nikon 100mm f/2.8 serie E (cliccare per ingrandire)

Esperienza d’uso

Fin da subito, ho trovato il Nikon 100mm f/2.8 serie E un obiettivo piacevole da utilizzare. Nonostante l’ampio utilizzo di materiali plastici (di qualità) non mi ha deluso né a livello ergonomico (posizionamento dei comandi, impugnatura, bilanciamento) né di funzionalità. Ho camminato molto con la fotocamera (Sony A7R III) a tracolla e in mano e la lente montata e non mi ha minimamente affaticato. Non siamo più abituati a teleobiettivi dalle dimensioni così contenute e la loro portabilità si riscopre con piacere.

La messa a fuoco manuale si aziona tramite un’ampia ghiera in plastica. La texture con un profondo rilievo agevola il grip e il riconoscimento tattile. La risposta della ghiera di messa a fuoco non è soddisfacente come quella di altre lenti manuali che ho utilizzato, ma il fatto che la trasmissione sia completamente meccanica mi dà sempre soddisfazione.

La facilità nel trasporto e il non sentirne il peso, anche dopo aver tenuto a lungo in mano la macchina fotografica, mi hanno permesso di concentrarmi solamente sui soggetti e sulla loro ricerca, sullo studio dei punti di ripresa, senza venire disturbato da quella sensazione di indolenzimento al polso provocata da obiettivi tele per full frame, normalmente più pesanti. Mi sono goduto lunghe passeggiate da turista con l’attrezzatura sempre pronta a scattare.

Ultimo aspetto, non meno importante, nelle situazioni in cui non interferiscono riflessi la resa è buona. Ho potuto scattare immagini ricche di dettaglio da valorizzare in postproduzione.

Scatto a distanza ravvicinata (cliccare per ingrandire)
Scatto a distanza ravvicinata (cliccare per ingrandire)
Scatto a distanza ravvicinata - Dettaglio (cliccare per ingrandire)
Scatto a distanza ravvicinata – Dettaglio (cliccare per ingrandire)

Prezzo del Nikon 100mm f/2.8 serie E usato

Attualmente (aprile 2023) il prezzo sull’usato di un buon esemplare non supera i 100 euro. Non mi è capitato di trovare offerte in cui fossero inclusi anche il paraluce collassabile in gomma o la custodia rigida originale (che non ho mai visto). La mia copia ha qualche segno d’uso (e vedendo il miglior stato di conservazione di altri esemplari ho provato un po’ di “invidia”) e una minima quantità di polvere tra le lenti che però non incide sulle immagini (è del tutto normale in ottiche di questo periodo). Come consigliava il mio fotoriparatore di fiducia: se la quantità di polvere è minima o se comunque non incide sulla resa, meglio evitare di smontare gli obiettivi. Si tratta comunque di un tipo di obiettivo che con un po’ di manualità e qualche accortezza si può riuscire a manutenere da soli: online si trovano tutorial su disassemblaggio e pulizia.

Conclusioni: a chi lo consiglio

Per me, un obiettivo con una vera messa a fuoco manuale resta qualcosa di speciale ed è uno dei motivi per cui sono sempre contento di utilizzare ottiche vintage. Il mio entusiasmo però forse è troppo soggettivo, non tutti magari apprezzano il non poter fare affidamento sulla messa a fuoco automatica. L’autofocus, in alcuni generi, è praticamente indispensabile, ma la quasi totalità di fotografie che catturo sono realizzate senza fretta e un meccanismo manuale è per me un punto a favore e non un difetto. Quindi, per utilizzare questo tipo di lenti dovete apprezzare la messa a fuoco manuale o comunque entrare nella logica di voler fare un’esperienza diversa dal solito.

Ho già parato dei generi per cui lo consiglio quindi, se rientrano tra quelli di vostro interesse o magari avete un budget limitato, può essere una scelta interessante: la qualità d’immagine è buona.

Se siete mossi dalla curiosità, il Nikon 100mm f/2.8 serie E ha un costo contenuto e, in caso di delusione, probabilmente riuscirete a rivenderlo allo stesso prezzo a cui lo avete acquistato.

Per montarlo su una mirrorless digitale vi servirà un adattatore: si trovano da tutte le cifre. Uno stesso marchio ha spesso in catalogo versioni base e pro. Se usate sporadicamente obiettivi vintage non investite cifre eccessive sugli adattatori (ma evitate magari il prodotto più economico sul mercato) altrimenti le versioni pro offrono qualcosa in più a livello di precisione e materiali. Trovate il link all’adattatore che ho utilizzato e a un modello alternativo all’inizio dell’articolo.

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