Meike 50mm f/1.7: obiettivo economico per Full Frame | Recensione

Il Meike 50mm f/1.7 è un obiettivo che copre il formato Full Frame. È disponibile con attacco Sony E, Canon R, Nikon Z, Panasonic/Sigma/Leica L, Canon M, Fuji X, Micro4/3. Interamente manuale e privo di contatti elettrici sulla baionetta. Si tratta di uno dei 50mm meno costosi per il formato pieno. Ma vale quello che costa? Buona lettura.

Dotazione a corredo

Nella confezione troviamo:

  • l’obiettivo
  • il paraluce
  • i tappi (anteriore e posteriore)
  • un panno per la pulizia
  • probabilmente viene fornita anche una sacca morbida, ma non ricordo bene e al momento non riesco a trovarla…

Dimensioni, design, peso, comandi

  • Diametro: 61mm
  • Lunghezza: 54,5mm
  • Peso: 310g
  • Diametro filtri: 52mm

L’ottica è compatta e l’assemblaggio ben fatto: le varie parti, tutte in metallo, sono piacevolmente rifinite. Il design della ghiera della messa a fuoco ricorda quello di alcuni obiettivi Voigtländer e di certe ottiche vintage. Sul barilotto sono stampati i valori delle distanze di fuoco; la ghiera dei diaframmi è posizionata in prossimità della lente frontale.

Il paraluce (in plastica) è grande quasi quanto l’obiettivo ma può essere montato rovesciato durante il trasporto. L’attacco è quello classico a baionetta (si inserisce e si ruota di 90°) e il serraggio fa una certa resistenza: non lo perderete!

Meike 50mm f/1.7
Meike 50mm f/1.7

Ghiera dei diaframmi

L’apertura massima è f/1.7, la minima f/22. La ghiera ruota in modo continuo, senza scatti in corrispondenza degli stop (clickless). Le indicazioni dei diaframmi sulla ghiera non sono equidistanti: f/11 e f/16 sono contrassegnati da due pallini (••) perché la loro vicinanza non lascia spazio sufficiente alla stampa delle cifre.

Considerato che spostare per errore la ghiera dei diaframmi è fin troppo facile, così come muoverla mentre si cerca con le dita la vicina ghiera per la messa a fuoco, consiglio di controllare che il diaframma sia effettivamente nella posizione desiderata prima dello scatto. Detto ciò, la resistenza della rotazione è buona e il movimento fluido.

Assenza di contatti

Alcuni obiettivi, anche se manuali, sono comunque dotati di contatti sulla baionetta per comunicare con la fotocamera. I contatti, infatti, restano utili anche quando non è presente l’autofocus o la possibilità di variare i diaframmi elettronicamente. Per esempio, senza di essi non vengono registrati i valori del diaframma di scatto nel file d’immagine e nemmeno il tipo di obiettivo utilizzato. Una delle conseguenze è che i programmi di postproduzione non possono individuare il profilo di correzione ottica da applicare e, probabilmente anche per questo motivo, non troviamo profili di correzione nei software di sviluppo e postproduzione per gli obiettivi manuali che non vengono riconosciuti automaticamente.

Altro effetto della mancanza di contatti è che non è possibile impostare l’assistente di fuoco (ingrandimento) in modo che si attivi al variare della messa a fuoco manuale perché, mancando la comunicazione con la fotocamera, non viene fornito alcun input. Ciò comporta il dover dedicare uno dei tasti personalizzabili del corpo macchina all’assistente di messa a fuoco. Con la Sony A7C, per esempio, è un po’ una scomodità perché i tasti funzione sul corpo macchina sono pochi e nessuno sulla parte frontale o in posizione agevole da raggiungere quando si fotografa a mano libera.

Qualità d’immagine

La qualità d’immagine è generalmente buona. I risultati migliori si ottengono tra f/5.6 e f/8, diaframmi ai quali non solo la nitidezza è elevata ma si estende su tutto il fotogramma (da bordo a bordo), soprattutto a f/8. A tutta apertura è tranquillamente utilizzabile, a patto di mettere a fuoco correttamente (si veda più avanti il paragrafo focus shifting). Tra f/1.7 e f/2.8 le differenze sono minime, si ha appena un leggero miglioramento ai bordi chiudendo il diaframma, bordi più morbidi ma accettabili anche alla massima apertura. Il primo netto miglioramento si incontra a f/4 e, come già detto, f/5.6 e f/8 sono gli sweet spot. Curiosamente, la qualità da f/11 a f/22 rimane pressoché identica, anche scattando con una fotocamera con sensore molto denso di pixel come la Sony A7R III (42Mpx).

Meike 50mm f/1.7, immagine di riferimento
Meike 50mm f/1.7, immagine di riferimento
Meike 50mm@f/1.7
f/1.7
Meike-50mm-F2
f/2
Meike-50mm-F2.8
f/2.8
Meike-50mm-F4
f/4
Meike-50mm-F5.6
f/5.6
Meike-50mm-F8
f/8
Meike-50mm-F11
f/11
Meike-50mm-F16
f/16
Meike-50mm-F22
f/22

Vignettatura

È presente ai diaframmi più aperti, in particolare a tutta apertura: a f/1.7 si estende abbondantemente all’interno del fotogramma. A f/4 non è quasi più percettibile e a f/5.6 è scomparsa del tutto. Resta comunque gestibile manualmente in postproduzione.

Distorsione

Minima, a barilotto. A meno di non fotografare soggetti con una forte presenza di linee rette non trovo una reale necessità di apportare correzioni. Per dare un’idea della poca entità: utilizzando lo strumento di correzione di Photoshop bastano 3 punti.

Aberrazioni cromatiche

Non mancano e sono di vario tipo però nell’utilizzo reale non sono così percepibili. E lo sono ancora meno se si evitano riprese con forti contrasti luminosi o in controluce. Si può intervenire in postproduzione per minimizzarne gli effetti, per lo meno di alcune.

Nell’utilizzo reale non mi sono accorto di difetti così prorompenti anzi, non avevo dato importanza a questo aspetto. Facendo test mirati e in situazioni create ad hoc la situazione è diversa ma se nell’uso reale non ho riscontrato problemi evidenti forse non ha nemmeno così senso andarli per forza a cercare.

Riflessi (ghosting e flare), sole fuori dal fotogramma, stellina

L’obiettivo viene indicato come dotato di trattamento antiriflesso multistrato e, in effetti, anche se inquadriamo direttamente il sole gli artefatti restano abbastanza sotto controllo, o comunque non distraggono troppo. Si verificano un po’ di velature con perdita di contrasto, un leggero ghosting (in certe situazioni anche gradevole) e – in casi più rari – un effetto arcobaleno. Per lo più, non si tratta di artefatti che rendono l’ottica inutilizzabile in situazioni di controluce. Il vero problema si incontra quando il sole è appena fuori dal fotogramma: ad alcune angolazioni l’immagine risulta compromessa. Per essere onesti, sono situazioni che bisogna andare a cercare: nell’uso normale non si verificano frequentemente.

Raro caso di disturbo "arcobaleno" in controluce
Raro caso di disturbo “arcobaleno” in controluce

La stellina invece è uno dei punti di forza ed è già apprezzabile da f/8: definita e pulita. 12 lamelle producono una stella con 12 punte.

Le 12 lamelle del diaframma originano una stella a 12 punte
Le 12 lamelle del diaframma originano una stella a 12 punte

Bokeh

Cercando una sintesi: lo sfocato è anche piacevole in situazioni non complesse e senza presenza di luci. Quando lo sfondo diventa complesso o include delle luci, tutti gli artefatti e i difetti vengono fuori, maggiormente in prossimità dei bordi. Come già discusso in relazione ad altre caratteristiche: è un obiettivo onesto e ha anche una buona resa se non viene messo in difficoltà.

Il diaframma a 12 lamelle fa sì che la forma dei punti luminosi nelle aree fuori fuoco, per lo meno al centro, sia perfettamente circolare a tutta apertura e quasi circolare anche chiudendo il diaframma.

Focus shift

Con focus shift, nella pratica, si indica una variazione (indesiderata) del punto di messa a fuoco al variare del diaframma. Nel link segnalato potete leggere una spiegazione più ampia, qui mi limiterà a ricordare che questa problematica può interessare obiettivi luminosi ( con f<2). Nel caso del Meike 50mm f/1.7, la variazione di fuoco che ho riscontrato non è indifferente. Se, per esempio, si mette a fuoco una superficie planare selezionando il diaframma f/5.6 e poi, senza rifocheggiare, si apre a f/1.7, l’immagine a tutta apertura risulterà morbida, non a fuoco. Questo problema potrebbe ingannare sulla resa a tutta apertura di questa lente. Come ovviare al difetto? Scegliete prima il diaframma e poi mettere a fuoco oppure verificate il fuoco dopo aver variato il diaframma.

Meike-50mm_F1.7-focus-shift
Scatti identici a diaframma f/1.7: a sinistra mettendo a fuoco con apertura f/5.6 e poi aprendo il diaframma a f/1.7, a destra focheggiando direttamente a f/1.7

Generi principali

Si tratta di un 50mm, potrei etichettarlo come un tuttofare e passare al punto successivo. Ma questo Meike 50mm f/1.7 è davvero un tuttofare?

Innanzitutto, un po’ dipende dalla fortuna, ovvero se quella che possedete è una buona copia. Le ottiche orientali economiche hanno una variabilità fra esemplari spesso (troppo) elevata. Questo aspetto credo sia quello che rende difficile trovare recensioni concordi quando si parla di questi obiettivi (e quelle sul Meike 50/1.7 non fanno eccezione).

Meike 50mm/1.7
Meike 50mm/1.7

In ogni caso, partiamo dall’assunto che l’esemplare in questione sia abbastanza buono. Il mio ha solo una leggera perdita di nitidezza in un angolo, lo considero buono. L’uso principale è per fotografia “se capita”: quando usciamo senza un intento fotografico preciso ma ci portiamo dietro la fotocamera perché… non si sa mai. Se capitano occasioni interessanti siamo coperti, in caso contrario la schiena e le spalle non avranno sofferto del peso dell’ottica. Quanti appena detto si può applicare anche alla fotografia in vaggio/turisitica. Si presta alla fotografia occasionale di architettura: non ha distorsioni degne di nota (comunque correggibili), a f/5.6 ed f/8 è nitido e lo è su tutto il fotogramma.

Si presta al paesaggio, al ritratto e alla riproduzione (on the fly) di oggetti. Il rapporto di ingrandimento non è nulla di eccezionale ma, data la lunghezza focale, per renderlo più performante non serve chissà quanto allungamento tramite tubi di prolunga. Lo trovo meno adatto a una Street Photography dinamica a meno di non prendere ottima confidenza con la ridotta scala delle distanze.

Scatto alla massima apertura a mano libersa, f/1.7, a 5000 ISO
Scatto alla massima apertura a mano libersa, f/1.7, 5000 ISO

Esperienza d’uso

Il Meike 50mm f/1.7, soprattutto se montato su una fotocamera compatta come la Sony A7C, garantisce un setup agevolmente trasportabile. Le dimensioni sono un punto di forza evidente ma richiedono qualche accortezza nel controllo dei comandi: spostare inavvertitamente la ghiera di fuoco o quella dei diaframmi non è infrequente. La scala delle distanze è precisa, seppur eccessivamente sintetica (e con un focus shift da non ignorare): sui 50mm di solito si trova la marcatura in corrispondenza dei 5m e, a volte, anche dei 10m. Nel Meike ci fermiamo a 3m. Un appunto sulla marcatura dell’infinito (∞), l’unica su cui non farei pieno affidamento: meglio verificare a vista con l’ingrandimento durante la messa a fuoco. L’escursione della rotazione della ghiera di fuoco è un buon compromesso fra precisione e rapidità nel trovare o variare il punto di fuoco.

La costruzione, pur non essendo di fascia alta, è esteticamente gradevole, precisa e l’obiettivo risulta piacevole da maneggiare.

La messa a fuoco manuale non è apprezzata da tutti e non è pratica per tutti i generi. Io ho iniziato con le fotocamere a pellicola degli anni Settanta e apprezzo tuttora l’uso di obiettivi vintage adattati quindi non l’ho trovata un aspetto negativo. Tra l’altro la ghiera ha una resistenza e una fluidità squisitamente meccaniche. Sul fronte della messa a fuoco, semmai, è l’inconsistenza del punto di messa a fuoco al variare del diaframma che mi è sembrata forse un po’ eccessiva: per essere sicuri di azzeccare la focheggiatura è meglio selezionare prima il diaframma e poi (ri)mettere a fuoco.

Il dettaglio restituito ha superato le mie aspettative, così come l’uniformità ai diaframmi intermedi e la poca perdita di qualità a quelli più chiusi.

Meike 50mm a f/8 o f/11
Meike 50mm a f/8 o f/11

Prezzo

Il prezzo è competitivo, circa 100 euro. Esiste un obiettivo più economico per Full Frame, il TTartisans 50mm f/2, più compatto e meno luminoso. Lo avevo acquistato per una comparativa ma non ho avuto fortuna: la copia era probabilmente difettata, faceva troppa resistenza sull’innesto della Sony A7R III e, vista la difficoltà nel rimuoverlo, non ho voluto montarlo sulla A7C per una seconda verifica. L’ho rimandato via.

L’alternativa, per rimanere in questo budget, è acquistare un 50mm standard (economico) vintage e un adattatore. Ma se volete un oggetto compatto che non necessiti di ulteriori accessori e dalla qualità e condizioni note (sostituibile facilmente in caso di esemplare difettato) andate sul Meike 50mm f/1.7. Come ha notato un altro recensore, lo schema ottico e la resa del Meike ricordano molto un classico 50mm da cui si differenzia per l’estetica rimodernata. Il prezzo aggiornato del Meike 50/1.7 su Amazon potete verificarlo qui.

Conclusioni: a chi consiglio il Meike 50mm f/1.7

Il prezzo, la compattezza e la resa dell’obiettivo in situazioni “normali” lo rendono una delle ottiche dal miglior rapporto qualità prezzo per fotocamere Full Frame. Il vantaggio diventa ancora più apprezzabile per coloro che utilizzano marchi che non offrono alternative economiche ai ben più costosi 50mm standard (si veda la prova di Alberto Ghizzi Panizza sulla versione per Nikon Z).

La costruzione è piacevole e alcune caratteristiche, come l’uniformità su tutto il fotogramma tra f/5.6 e f/8 lasciano piacevolmente sorpresi. I difetti vengono fuori nelle situazioni più complesse dove, tra l’altro, anche alcuni obiettivi più costosi non si comportano bene.

Un obiettivo economico e non ingombrante, che possiamo lasciare montato sulla fotocamera, dimenticandocene, ma che in caso di necessità c’è.

La meccanica generale è fluida, la costruzione – per la fascia di prezzo – è superiore alla media. Apprezzabile l’anello rosso, un dettaglio esteticamente gradevole. A differenza degli economici plastic fantastic, questo Meike 50mm f/1.7 è interamente in metallo (tappi esclusi).

Come accade per la maggior parte delle ottiche di produzione orientale di fascia economica (ma anche di fascia media), la variabilità tra esemplari è una questione nota. Ne è prova il fatto che non si trovino recensioni perfettamente concordi. Quando si decide di acquistare uno di questi obiettivi è consigliabile farlo scegliendo negozi con politiche di reso non troppo vincolanti.

Tirando le somme, mi sento di consigliare l’obiettivo senza ulteriori riserve (eventuali cose da sapere le avete lette nell’articolo): in una parola ha un comportamento onesto.

Il Meike 50mm f/1.7 non mi è stato inviato in prova né da Meike né da aziende collegate: l’ho comprato personalmente. Tutte le mie recensioni, comprese quelle di oggetti ricevuti in prova, riflettono comunque il mio pensiero in modo incondizionato. L’unico vantaggio economico che ne posso trarre, nel caso acquistiate una copia da uno dei miei link di affiliazione Amazon, è una percentuale minima sul prezzo dell’articolo, senza che la spesa da voi sostenuta aumenti. Detto ciò, Amazon non è necessariamente il market più economico da cui comprare: l’unica cosa che vi consiglio, quando acquistate questo tipo di attrezzatura, è verificare le politiche di reso applicate dal negozio, sia fisico oppure online.

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