Come impostare la fotocamera per non perdere l’istante decisivo

L’ultimo contenuto che ho pubblicato riguarda Henri Cartier-Bresson, il “fotografo del momento decisivo”. Un paio di giorni fa ho visto una mostra di Elliott Erwitt, un altro gigante della fotografia considerato maestro del decisive moment di Cartier-Bresson. Dedicare questo articolo all’istante decisivo mi è sembrato quasi naturale.

Elliott Erwitt, Valencia,Spagna (1952). Opera esposta. Nella foto Robert Frank e la moglie Mary
Elliott Erwitt, Valencia,Spagna (1952). Opera esposta. Nella foto Robert Frank e la moglie Mary

I generi fotografici che pratico abitualmente non richiedono prontezza. Still-life, paesaggio, documentazione di situazioni statiche: ho tutto il tempo per comporre, impostare i parametri di scatto, riflettere. Chi fa Street Photography o reportage in situazioni dinamiche deve invece avere un approccio diverso sia per attitudine ma anche per attrezzatura utilizzata e impostazioni dei parametri di scatto. Non si tratta solamente di istinto ed esperienza, ma anche di “preparare” la fotografia e avere la fotocamera pronta per realizzarla.

Impostare la macchina fotografica come una punta e scatta

Provo da sempre grande ammirazione per i fotografi che riescono a immortalare momenti decisivi, ma riconosco che non è un genere nelle mie corde. Nelle sporadiche occasioni in cui mi sono confrontato con questa tipologia di scatti ho fotografato con una compatta, l’Olympus XA2 a pellicola, oppure ho cercato una situazione promettente e, impostando in anticipo la fotocamera, ho atteso che il soggetto giusto si trovasse nel posto giusto per essere immortalato.

Henri Cartier-Bresson, Sifnos, Grecia (1961)
Henri Cartier-Bresson, Sifnos, Grecia (1961)

Impostare la fotocamera reflex o mirrorless come una punta e scatta è una scelta quasi obbligata per aumentare le possibilità di successo. Anche Henri Cartier-Bresson preimpostava la sua Leica e l’obiettivo (principalmente un 50mm) in modo da potersi concentrare solo sullo scatto. Si comportava così anche nelle sessioni di ritratti su commissione a personalità illustri. Il suo metodo di lavoro, descritto nella biografia Storia di uno sguardo, consiste nel far dimenticare la sua presenza al soggetto – in modo che questi non si metta in posa. Quando si presentava il momento giusto però doveva essere pronto per coglierlo.

Henri Cartier-Bresson, Henri Matisse, Vence, France (1944)
Henri Cartier-Bresson, Henri Matisse, Vence, France (1944)

Impostare la fotocamera e l’obiettivo

Nella maggioranza dei casi, ciò che vogliamo ottenere quando scattiamo è una fotografia a fuoco ed esposta correttamente. Se non abbiamo il tempo per regolare i vari parametri al momento dello scatto, dobbiamo preimpostare fotocamera e obiettivo in anticipo.

Obiettivo e calcolo della profondità di campo nitido

La regolazione dell’obiettivo è fondamentale per ottenere una profondità di campo nitido sufficientemente estesa da includere il/i soggetto/i o l’azione che sta per avvenire. E quanto deve essere estesa quest’area dipende dalla situazione in cui state fotografando. Vediamo come impostare in anticipo e in modo prevedibile i parametri che la regolano.

Una volta scelta la lunghezza focale dell’obiettivo da utilizzare, l’estensione dell’area accettabilmente a fuoco dipenderà da due fattori:

  • la distanza dal soggetto
  • l’apertura del diaframma.

Per sapere quale profondità di campo nitido genera la combinazione di questi due valori potete utilizzare un’applicazione web o per smartphone, gratuita o a pagamento. Tra le applicazioni web gratuite segnalo la versione online di PhotoPills. Potete comunque trovare altre applicazioni alternative cercando su Google “dof calculator”, dove DoF sta per Depth of Field (profondità di campo). Sullo smartphone utilizzo la versione a pagamento (circa 10 euro) di PhotoPills. Nel video pubblicato su YouTube mostro come funziona.

Schermate app PhotoPills per smartphone iOS
Schermate app PhotoPills per smartphone iOS

Una volta scelti, i parametri adatti alle vostre necessità vanno impostarli. Regolare il diaframma in anticipo non presenta problemi, nemmeno sulle fotocamere moderne; la distanza di fuoco invece può non essere immediata da selezionare e, soprattutto, da mantenere fino al momento dello scatto.

La situazione più semplice è quella in cui utilizziate un obiettivo manuale, privo di autofocus. Una volta focheggiato manualmente la distanza di fuoco non cambierà (a meno di non azionare la ghiera di messa a fuoco), nemmeno spegnendo la fotocamera.

Con le ottiche moderne e autofocus le cose si complicano un po’:

  • la scala delle distanze è raramente riportata sul barilotto;
  • premendo a metà il tasto di scatto – da impostazioni di fabbrica – viene eseguita una nuova messa a fuoco;
  • se la fotocamera va in standby o viene spenta non è detto che conservi la distanza di messa a fuoco impostata.

Vediamo come intervenire

  • Se sul barilotto manca la scala delle distanze, oppure quella riportata non è sufficientemente raffinata, dovete misurare o stimare quella che serve a voi, sfruttando un oggetto presente nella scena come riferimento per mettere a fuoco. Se la messa a fuoco resta bloccata nel punto che avete scelto – vedi di seguito – potrete poi ricomporre a piacimento.
  • Con le ottiche autofocus e l’autofocus attivo. La pressione a metà del tasto di scatto normalmente aziona l’autofocus, vanificando una messa a fuoco impostata precedentemente. Nel menu della fotocamera dovete disattivare questa funzionalità e assegnare alla messa a fuoco automatica un altro tasto, normalmente il tasto posteriore AF ON. Questa tecnica, utile in vari contesti, si chiama Back Button Focusing. Nel video che ho pubblicato mostro come impostarla in alcuni modelli di fotocamere mirrorless Sony. Se siete in difficoltà cercate online come attivarla sulla fotocamera in vostro possesso.
    Una volta impostato il Back Button Focus focheggiate dove desiderate utilizzando il tasto posteriore per azionare l’autofocus (magari impostate la messa a fuoco in modalità spot per essere più precisi). Quando premerete il tasto di scatto, essendo stato sganciato dall’AF, la distanza di focheggiatura resterà invariata. In questo modo potrete ricomporre l’inquadratura ed eseguire una serie di scatti sapendo che – almeno fino a che la fotocamera non viene spenta o non va in sospensione – il punto di messa a fuoco non cambierà.
  • Con obiettivi autofocus impostati su AF o su MF (manual focus). Quando utilizzate obiettivi autofocus, anche se avete impostato la messa a fuoco manuale, nel momento in cui la fotocamera va in standby o viene spenta non è detto che mantenga le impostazioni relative alla distanza di fuoco. Questo perché la maggior parte delle ottiche moderne, pur consentendo la messa a fuoco manuale, hanno un controllo della focheggiatura di tipo by wire, ovvero sono sempre il motore dell’AF e l’elettronica a mediare la trasmissione dei movimenti della ghiera di focheggiatura. Il comportamento varia da fotocamera a fotocamera. In alcuni casi, come con la Panasonic Lumix S5 (ma anche con altre Lumix), una voce presente nel menu permette di scegliere se memorizzare l’impostazione dell’obiettivo sull’ultima distanza di fuoco impostata. Dovete verificare il comportamento della vostra fotocamera al riguardo e se nel menu si trova una voce similare.
Estratto dal manuale della Panasonic Lumix S5
Estratto dal manuale della Panasonic Lumix S5

Fotocamera

Per ridurre i fattori da tenere sotto controllo in fase di scatto consiglio di impostare la modalità di scatto su priorità di diaframmi (A o Av). Così facendo avrete un parametro in meno da tenere sotto controllo.

Per la modalità di esposizione provate a utilizzare la lettura su tutto il fotogramma, eventualmente raffinatene il comportamento con la funzione di compensazione dell’esposizione.

Per evitare di scattare con tempi troppo lenti potreste impostare la sensibilità ISO su AUTO. Molti sensori moderni e i programmi di postproduzione recenti permettono di gestire bene il rumore dopo lo scatto, soprattutto se registrate le immagini in formato RAW. Quindi, meglio alzare un po’ gli ISO ma portare a casa uno scatto utilizzabile (benché un po’ di mosso in questo genere fotografico sia tollerato).

Di come impostare in maniera più raffinatala la funzionalità AUTO ISO ho parlato nel video Fotografare con ISO automatici vincolando la velocità di scatto (impostazioni fotocamera).

Conclusioni

Impostare in anticipo fotocamera e obiettivo è fondamentale per essere pronti a catturare una scena in situazioni inaspettate e su cui si può avere al massimo un controllo parziale. Appostarsi in un luogo promettente può aiutare ad anticipare la composizione, ma non permette di controllare come e quando si verificherà l’azione.

Quando parlo di impostare la fotocamera come una punta e scatta non intendo selezionare la modalità di scatto automatica (quella solitamente identificata con un sembolo di colore verde), anzi, consiglio di escludere alcuni automatismi e di ragionare su come configurare gli altri. Mentre ammiravo una delle immagini scattate da Elliott Erwitt, ho pensato che se nella stessa situazione avessi puntato la mia fotocamera moderna, dall’autofocus performante, senza averla prima impostata ad hoc, non so cosa sarebbe successo. Di fronte a più soggetti, quello agganciato dall’autofocus sarebbe stato davvero quello che volevo a fuoco? E magari, nella frenesia dell’azione, non avrebbe agganciato alcun soggetto.

Tutto questo per dire che gli automatismi spesso semplificano la vita ma è fondamentale valutare quando e quali utilizzare e impostarli in modo ragionato. E comunque, l’attrezzatura e la sua configurazione sono sì una parte importante, ma da sole non producono buone immagini. Non basta l’ultimo ritrovato tecnologico per trasformarci in bravi fotografi.

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