Panasonic Lumix S1R | Recensione

La Panasonic Lumix S1R è una fotocamera mirrorless full frame a ottiche intercambiabili con sensore stabilizzato da 47 megapixel. Il corpo macchina è stato presentato alla fine del 2018 e commercializzato nella prima metà del 2019.

Panasonic Lumix S1R con obiettivo Lumix S 24-105 mm f/4 O.I.S Macro
Panasonic Lumix S1R con obiettivo Lumix S 24-105 mm f/4 O.I.S Macro

Insieme alle Lumix S1, S1H e alla più recente S5 completa quella che al momento è l’offerta di Panasonic in termini di fotocamere full frame.

Dimensioni, design, ergonomia e comandi

I 47 megapixel non sono l’unica caratteristica “importante” della Lumix S1R, anche le dimensioni non passano inosservate. Il corpo imponente, massiccio e pesante, ricorda più quello di una reflex che di una mirrorless, ma non per tutti questo aspetto è uno svantaggio. Più persone non amano i volumi ridotti delle mirrorless e i loro corpi ritenuti a volte poco robusti: le Lumix S1 non sono e non danno l’idea di essere fragili.

Le dimensioni generose, oltre a offrire un grip eccellente e una struttura solida per le ottiche più grandi, ospitano una quantità di pulsanti e leve fuori dall’ordinario: praticamente tutte le operazioni possono essere effettuate utilizzando comandi fisici personalizzabili dal menu.

Il design, sebbene non sia troppo accattivante, è pratico e anche i comandi, che all’inizio non sembrano trovarsi in una posizione comoda (come la levetta di accensione), dopo qualche giorno d’uso non creano più alcun problema, anzi, le scelte progettuali si fanno apprezzare.

Panasonic Lumix S1R
Panasonic Lumix S1R

Nella parte superiore è presente un secondo LCD (monocromatico) utile sia a fotocamera spenta per tenere sotto controllo informazioni essenziali (come la carica della batteria e gli scatti rimanenti) sia per scattare in notturna.

Il monitor posteriore si articola verso l’alto, verso il basso e lateralmente ma non in avanti. Panasonic ha fatto scuola sul fronte monitor completamente articolabili lo avrei preferito anche su questa fotocamera.

Panasonic Lumix S1R
Panasonic Lumix S1R

Mirino

Il mirino elettronico è uno dei migliori in commercio: è ampio, la risoluzione molto elevata e l’esperienza d’uso appagante anche per chi, come me, porta gli occhiali. Le indicazioni in sovraimpressione sono chiare e la livella elettronica ben visibile. La possibilità di ridurre l’ingrandimento dell’immagine al suo interno evita sforzi seccanti per cercare di tenere sotto controllo i margini dell’area inquadrata. Non manca la piccola ghiera per la regolazione diottrica.

Batteria, ricarica, alimentazione

La batteria è da 3050 mAh e la durata risulta più che soddisfacente. La ricarica può essere effettuata sia tramite caricatore di rete sia all’interno della fotocamera: il caricabatterie fornito a corredo è modulare e permette entrambe le opzioni di carica. Tramite la porta USB-C è possibile alimentare la fotocamera anche mentre si sta utilizzando.

Schede di memoria

Sono presenti due slot, uno per le schede SD e uno per le più recenti, performanti e costose XQD. Apprezzo la scelta di Panasonic di lasciare anche la possibilità di utilizzare le schede SD.

Panasonic Lumix S1R: doppio slot schede di memoria
Panasonic Lumix S1R: doppio slot schede di memoria

Connettori

Nella Lumix S1R tutto è abbondante e i connettori non fanno eccezione:

  • collegamento per lo scatto remoto
  • entrata microfono
  • uscita cuffie
  • una porta USB-C (anche per alimentazione e ricarica)
  • un connettore HDMI grande
  • la presa per il cavo di sincronizzazione del flash (ormai una rarità).

Non mancano poi Wi-Fi e Bluetooth.

Panasonic Lumix S1R: connettori
Panasonic Lumix S1R: connettori

Sistema, interfaccia utente, touch screen e stabilizzazione

Quando si parla di fotocamere Panasonic il sistema touch e la stabilizzazione sono due punti di eccellenza.

Touch

Il touch è forse il migliore sul mercato. L’esperienza d’uso non si discosta da quella di uno smartphone e nelle fotocamere Panasonic con il touch si può fare tutto: selezionare il punto di fuoco, accedere alle funzionalità in fase di scatto, navigare nei menu.

Menu

I menu nei corpi professionali sono particolarmente densi e complessi. Sento spesso lamentele a proposito dei menu Sony, che non sono certo i più lineari e ordinati che ci siano, ma in generale, quando sono presenti tante funzionalità, i menu diventano corposi. In ogni caso, non ho avuto difficoltà con quelli della Lumix S1R: le descrizioni delle voci sono più facilmente intellegibili rispetto a quelli di altre fotocamere e, sebbene le funzionalità siano tante, non sono più di quelle realmente necessarie.

Stabilizzatore

La stabilizzazione è uno dei fiori all’occhiello di Panasonic: il sensore è stabilizzato su 5 assi e se anche l’obiettivo è stabilizzato i due dispositivi lavorano in coppia, garantendo risultati ancora migliori. L’unico aspetto che non va dimenticato è che all’interno è montato un sensore da 47 megapixel: lo stabilizzatore fa il suo dovere, ma se siete orientati verso una fotocamera di questo genere e volete il massimo della qualità d’immagine in termini di nitidezza io ne consiglio comunque l’uso sul cavalletto. E quando la fotocamera è sul cavalletto è buona pratica spegnere la stabilizzazione.

Sensibilità ISO e rumore digitale

47 megapixel su una fotocamera con sensore full frame non sono certo pochi: fino a quale sensibilità è utilizzabile prima che il rumore diventi eccessivo?

Faccio una piccola premessa: una fotocamera con una risoluzione così alta si sceglie principalmente per generi statici e ragionati come foto in studio, paesaggio, architettura. Situazioni in cui si scatta con calma, utilizzando un supporto, senza la necessità di alzare gli ISO, fatta magari eccezione per fotografia notturna, ma su questa condizione ho fatto un test dedicato (lo trovate nel video qui sotto).

Quindi, quando parlo di rumore tendo ad analizzare la questione sotto tre aspetti:

  1. quanto rumore siete disposti ad accettare (il che è soggettivo);
  2. quale destinazione d’uso hanno le immagini;
  3. come si comporta il software di riduzione del rumore che utilizzate.

Sul primo punto: forse sono troppo intollerante al rumore nelle immagini, ma i generi che pratico principalmente non vanno d’accordo con la perdita di qualità. Alla luce di quanto appena detto, per me e per l’uso che ne farei, la Lumix S1R va bene fino a 800 ISO. A 100 ISO è veramente ma veramente pulita e, in buone condizioni di luce, 3200 ISO (e proprio al limite 6400) sono accettabili (ma non per fare stil life o fotografia “fine art”).

Scatto a 100: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw. Sotto i particolari ritagliati al 100% (cliccare per ingrandirli)
Scatto a 100: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw. Sotto i particolari ritagliati al 100% (cliccare per ingrandirli)
Scatto a 1600: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw. Sotto i particolari ritagliati al 100% (cliccare per ingrandirli)
Scatto a 1600: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw. Sotto i particolari ritagliati al 100% (cliccare per ingrandirli)

La Lumix S1R è una fotocamera che si compra principalmente per l’alta risoluzione, se si vogliono alzare gli ISO e preoccuparsi meno del rumore ci si può orientare verso la Lumix S1 che ha la metà dei pixel.

Infine, il software per la riduzione del rumore può fare la differenza. Sotto questo aspetto, gli algoritmi di DxO PhotoLab sono ancora tra i migliori sul mercato. Purtroppo, PhotoLab non mi ha dato molta soddisfazione nello sviluppare i file della Panasonic S1R, perciò ho usato sempre Adobe Camera Raw. ACR ha fatto un buon lavoro in termini di sviluppo ma è carente nella gestione del rumore quindi nei vari test la riduzione che ho applicato è stata minima e (forse) nemmeno troppo efficace.

Modalità di scatto ad alta risoluzione: 187 megapixel (!)

Negli ultimi anni, più di un produttore ha inserito una modalità di scatto ad alta risoluzione. La Lumix S1R, sfruttando il movimento dello stabilizzatore del sensore, può realizzare una sequenza di 8 scatti che una volta fusi insieme (direttamente all’interno della fotocamera) generano un RAW da 187 megapixel e dal peso di circa 330 MB.

Ciò che viene da chiedersi è: ma serve davvero questa modalità? Porta reali benefici o è solo una trovata da dare in pasto al settore marketing?

La risposta sintetica è: può essere utile in particolari circostanze, ma non bisogna dimenticare che gestire un flusso di lavoro con file da 47 megapixel è già impegnativo e 187 sono molti di più. Se volete vedere le prova tecnica dello scatto ad alta risoluzione (e i suoi risultati) vi lascio nuovamente a un video qui sotto.

Ripresa video

Ho dedicato pochissimo tempo alle riprese video per il semplice fatto che vedo questa fotocamera come dedicata principalmente all’uso fotografico.

In breve: le modalità video disponibili, a meno di non acquistare il pacchetto a pagamento di sblocco del profilo log, comprendono i profili di base comuni alle varie fotocamere Lumix. I file video sono sicuramente utilizzabili ed è possibile registrare anche in 4K ai framerate più comuni con campionamento del colore 4:2:0 a 8 bit.

Autofocus e messa a fuoco manuale

Non è un mistero, il sistema autofocus delle Lumix non è il più competitivo sul mercato, per lo meno per quanto riguarda l’AF continuo con rilevamento di volto e occhi. L’autofocus in generale però non si comporta male ma di nuovo c’è lo zampino del marketing: sembra che oggi se una fotocamera che non ha un AF sull’occhio veloce e perfetto diventi inutile…

Conosco le Lumix da tempo, anche se questa è la prima full frame che provo, e anche in questo caso l’AF sull’occhio un po’ di incertezze le ha, ma quello sul volto mi è sembrato funzionare bene, come hanno funzionato bene le altre modalità di messa a fuoco.

Ciò che invece mi ha piacevolmente sorpreso sono state le modalità di focheggiatura manuale: il focus peacking (evidenziazione dei contorni) l’ho trovato preciso e la messa a fuoco assistita è pratica, tanto in modalità full quanto in quella Picture in Picture (PiP).

Le modalità assistite di messa a fuoco manuale consentono un ingrandimento dell’area di interesse per piccoli step (cosa che mi è mancata nel mio lavoro da quando ho cambiato brand). In particolare, in modalità PiP si può arrivare a un ingrandimento massimo dell’area di 6X, mentre nella modalità full a qualcosa come 20x.

Qualità d’immagine

Il motivo principale per cui si acquista una Lumix S1R è la qualità d’immagine e 47 megapixel fanno la differenza. Ho fatto varie prove, sia scattando a distanza ravvicinata (il Lumix S 24-105 mm f/4 O.I.S ha una discreta capacità macro) sia scattando in iperfocale tra 24 e 35 mm a diaframmi anche più chiusi di f/11. Tenete presente che dopo f/9, utilizzando un sensore di queste dimensioni e così denso, gli effetti della diffrazione si fanno vedere e, nonostante questo, il dettaglio catturato è incredibile. Ho provato anche a scattare con diaframmi chiusi, a mano libera e a ISO superiori ai 1000 e, nuovamente, i file ottenuti hanno molte informazioni che contribuiscono a dare realismo e naturalezza agli scatti.

Scatto a 100: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw
Scatto a 100: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw
Particolare ritagliato al 100%
Particolare ritagliato al 100%
Scatto a 100, f/13: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw
Scatto a 100, f/13: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw
Particolare ritagliato al 100%
Particolare ritagliato al 100%
Scatto a 1250, f/11 a mano libera: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw
Scatto a 1250, f/11 a mano libera: RAW come viene aperto di default da Adobe Camera Raw
Particolare ritagliato al 100%
Particolare ritagliato al 100%

Conclusioni: a chi consiglio questa fotocamera

Una fotocamera che produce file di grandi dimensioni e con tanto dettaglio fa gola a molti, ma un conto è accarezzarne l’idea in astratto un altro usarla.

Le mie parole non vogliono scoraggiare dall’acquisto ma solamente renderlo consapevole. La serie delle Lumix S1 non a caso conta tre fotocamere e la S1R è più indicata per alcuni utilizzi ma meno per altri.

Mettiamo pro e contro sui piatti della bilancia, da che parte penderà l’ago dipenderà dalle vostre esigenze.

PRO

  • Registra immagini con molta risoluzione, permette di catturare molto dettaglio e stampare grandi formati con minore o nessun ingrandimento.
  • Il corpo è robusto, le dimensioni sono generose ed è comodo da impugnare. Si presta a un uso professionale intenso e costituisce un supporto bilanciato e solido per obiettivi grandi.
  • Chi ama usare il mirino difficilmente troverà alternative migliori.
  • Lo stabilizzatore è efficientissimo.
  • L’attacco L-mount delle ottiche è lo stesso utilizzato da Leica e dopo la creazione della L-Mount Alliance (Leica, Sigma e Panasonic). Le Lumix S possono così contare sia su ottiche Panasonic, sia Leica sia Sigma con attacco L.

CONTRO

  • File grandi appesantiscono il flusso di lavoro e ciò si traduce in: necessità di computer performati e memorie per l’archiviazione capienti.
  • Avete già posseduto delle reflex digitali? Vi lamentavate di pesi e ingombri? Tornerete a farlo: il solo corpo pesa circa un chilo (batteria e scheda incluse) e le ottiche sono proporzionate.
  • Lo stabilizzatore fa un ottimo lavoro, ma il cavalletto non si batte se volete sfruttare al massimo la qualità che questo sensore può offrirvi. Per i test, mi sono portato la Lumix S1R con il cavalletto Manfrotto 055 e la testa a 3 vie anche durante piccoli trekking: sarà che non ero più abituato ma il giorno dopo la schiena mi ha presentato il conto. Quindi, una cosa è scendere dall’auto oppure montare la fotocamera in studio, posizionare l’attrezzatura e scattare, un’altra portarsi corpo, ottiche e cavalletto a spalla per qualche chilometro.

Generi per sfruttare al meglio la Panasonic Lumix S1R

  • Fotografia in studio in luce controllata
  • Paesaggio
  • Architettura

La mia personalissima esperienza

In passato avevo già utilizzato fotocamere micro4/3 Panasonic quindi il sistema, i menu, alcuni comandi e funzionalità mi sono risultati subito familiari. La Lumix S1R è stata però la prima full frame della casa e, come si può immaginare, di differenze rispetto a una micro4/3 ce ne sono. Uso differenze con un’accezione neutra, ogni strumento è adatto a un certo utilizzo, non ce n’è uno migliore e uno peggiore in assoluto.

Lasciando comunque da parte i paragoni, voglio spendere poche parole su come è stato provare per quasi tutto il mese di agosto la Panasonic S1R. Da una parte mi ha riportato “indietro nel tempo”: gli ingombri, il tipo di ottica, la disposizione dei comandi, il form factor sono molto simili a quelli della vecchia reflex Canon full frame, ma in una forma più evoluta e potenziata.

Durante “gli anni delle reflex” fotografavo soprattutto per pubblicazioni editoriali, in particolare scattavo foto di paesaggio e documentazione del territorio e mi spostavo parecchio, anche a piedi, e avere sempre con me lo zaino fotografico pieno di ottiche pesanti e il cavallettone era la norma.

Per una curiosa coincidenza ho passato due giorni in uno dei luoghi che ero solito documentare con maggiore frequenza e una sera sono tornato a fotografare da un punto panoramico che mi era particolarmente familiare.

Pitigliano (GR)
Pitigliano (GR)

Mentre scattavo al buio, vuoi per la posizione del pulsante ISO posto dietro al (sensibilissimo) tasto di scatto, vuoi per il display superiore illuminato, per un attimo mi sono trovato più in sintonia con la S1R che avevo da pochi giorni piuttosto che con la Sony a7R III che mi accompagna da un paio d’anni.

Insomma, si è trattato di un piacevole amarcord.

Questo articolo e i video sono stati possibili grazie a Panasonic Italia che mi ha inviato in prova la Lumix S1R.

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