Leica 15 mm f/1.7: qualità con pochi compromessi | Recensione

Il (Panasonic) Leica 15 mm f/1.7 è un obiettivo per il formato micro4/3 che, in termini di angolo di campo, corrisponde a un 30 mm sul full frame.

Panasonic, ben prima della nascita dell’alleanza L-mount aveva creato ottiche eccellenti in collaborazione con Leica: obiettivi progettati e certificati da Leica in Germania e realizzati da Panasonic in Giappone.

Grazie a Panasonic Italia, ho potuto provare il Leica DG Summilux 15 mm dopo anni che sento tesserne le lodi.

Leica 15 mm f/1.7: le dimensioni sono estremamente contenute
Leica 15 mm f/1.7: le dimensioni sono estremamente contenute

Dotazione a corredo

Il Leica DG Summilux 15 mm f/1.7 ASPH. viene venduto corredato di:

  • tappo copri-obiettivo
  • anello di rifinitura (che sfrutta l’attacco a baionetta frontale)
  • paraluce (efficace)
  • tappo in gomma per il paraluce
  • sacca morbida per il trasporto

Il tappo in gomma è un accessorio originale che ho apprezzato: permette di tenere il paraluce (utile sia per proteggere la lente frontale sia per ridurre il rischio di riflessi) sempre montato e, allo stesso tempo, di mantenere coperta la lente frontale.

Dimensioni, design, peso, comandi

L’ottica ha dimensioni e peso ridotti (36 mm di lunghezza, 57 mm di larghezza e soli 115 g di peso): benché l’abbia testata su una G9 la trovo una lente perfetta da abbinare a corpi Lumix anche più compatti.

È disponibile in due livree: un moderno ed elegante nero oppure un argento rétro, difficile scegliere l’una o l’altra.

Leica 15 mm: versione argento e nero
Leica 15 mm: versione argento e nero

I materiali sono di qualità: la baionetta che si innesta sul corpo macchina è in metallo e, al tatto, mi sembra che lo siano anche il paraluce e il barilotto. Non sono completamente sicuro che l’ottica sia interamente costruita in metallo, ma tutti i componenti sono comunque di ottima fattura.

In prossimità delle lente frontale troviamo la ghiera per il controllo manuale del diaframma che può assumere valori da f/1.7 a f/16 con scatti di terzi di stop. Sulla ghiera dei diaframmi è riportata anche la posizione “A” che abilita il controllo dell’apertura attraverso il corpo macchina. L’unica nota da segnalare è che questa ghiera è compatibile con i corpi Panasonic Lumix ma non con quelli Olympus (a meno che recenti aggiornamenti non abbiano cambiato le cose).

Leica 15 mm f/1.7
Leica 15 mm f/1.7

Sul barilotto sono presenti altri due comandi: la ghiera per messa a fuoco manuale e il selettore AF/MF (autofocus e manual focus). La ghiera della messa a fuoco è sufficientemente e piacevolmente frenata nonostante le ottiche moderne ormai sfruttino quasi tutte il focus by wire, che significa che il comando di messa a fuoco non è manuale ma elettronico (sfrutta il motore di messa a fuoco).

Leica 15 mm f/1.7: selettore AF/MF
Leica 15 mm f/1.7: selettore AF/MF

La focheggiatura è interna quindi le dimensioni della lente non variano e la parte frontale non ruota durante la messa a fuoco (utile se si impiegano filtri polarizzatori). Unico appunto, mancano la scala delle distanze e della profondità di campo. Lo so, si tratta di indicazioni che ormai sono raramente presenti, ma visto il livello della lente e i generi principali a cui si presta (paesaggio e reportage) non mi sarebbero dispiaciute. In ogni caso, dal menu della fotocamera, potete per lo meno impostare che l’ultima distanza di messa a fuoco venga mantenuta in memoria quando spegnete la macchina fotografica.

Qualità d’immagine

Vediamo come si comporta il Leica 15 mm f/1.7 in termini di nitidezza, distorsione, aberrazioni cromatiche, vignettatura e resistenza ai riflessi.

Nitidezza

La resa al centro è più che buona già a tutta apertura, migliora ulteriormente chiudendo a f/2.8 (dove raggiunge quasi i livelli massima) e tra f/4 e 5.6 raggiunge la massima qualità. f/5.6 è il diaframma che fa da spartiacque, quello dopo il quale gli effetti della diffrazione si iniziano a vedere. A f/8 in ogni caso la resa resta sempre buona, a f/11 cala visibilmente e a f/16 ne sconsiglio l’utilizzo.

Per quanto riguarda la resa ai bordi: a tutta apertura, negli angoli non è il massimo, migliora a f/2.8 e, nuovamente, diventa massima ai diaframmi intermedi (fra f/4 e 5.6). f/5.6 è probabilmente l’apertura alla quale la resa è più omogenea su tutto il fotogramma: anche se al centro inizia già a manifestarsi una lieve diminuzione della qualità, viene raggiunto il miglior equilibrio globale.

Scatto di riferimento
Scatto di riferimento
(cliccare per ingrandire)
(cliccare per ingrandire)

Distorsione

La distorsione è presente (non dobbiamo dimenticare che si tratta pur sempre di un 15 mm) però è una distorsione a barilotto uniforme e la correzione via software è semplice. Sia che scattiate in JPEG, sia in RAW la distorsione (ma anche le aberrazioni cromatiche e la vignettatura) viene già corretta rispettivamente in camera o nel file da sviluppare.

Alcuni software di sviluppo e postproduzione, come DxO PhotoLab, sono in grado di bypassare le correzioni inserite nei file RAW dal produttore e, al loro posto, applicano le proprie. Nel caso di PhotoLab la correzione della distorsione è migliore di quella proposta dalla casa madre, mentre la correzione delle aberrazioni cromatiche è leggermente peggiore (seppur accettabilissima).

Distorsione (cliccare per ingrandire)
Distorsione (cliccare per ingrandire)

Aberrazioni cromatiche

Cercando test sul web, vengono segnalate aberrazioni cromatiche evidenti ai diaframmi f/1.7 e f/16. A f/1.7 ho notato anche io delle AC più importanti ma devo dire che, se bypassiamo le correzioni di fabbrica, le aberrazioni cromatiche sono presenti a tutti i diaframmi. La loro correzione però è semplice e, a parte in qualche situazione particolare nell’uso a tutta apertura, si riescono a eliminare completamente, anche in situazioni limite di forte contrasto.

Immagine di riferimento. Scatto a f/1.7: questa è stata una delle poche condizioni in cui permane un po' di AC anche dopo la riduzione
Immagine di riferimento. Scatto a f/1.7: questa è stata una delle poche condizioni in cui permane un po’ di AC anche dopo la riduzione
Aberrazione cromatica alla massima apertura: prima e dopo la correzione. A sinistra due particolari con AC non corretta e a destra dopo la correzione. Ho postato solo questo esempio, l'unico in cui permane una leggera aberrazione nonostante la correzione (state guardando un ingrandimento al 300%). In tutti gli altri casi, dopo la correzione, le AC scompaiono
Aberrazione cromatica alla massima apertura: prima e dopo la correzione. A sinistra due particolari con AC non corretta e a destra dopo la correzione. Ho postato solo questo esempio, l’unico in cui permane una leggera aberrazione nonostante la correzione (state guardando un ingrandimento al 300%). In tutti gli altri casi, dopo la correzione, le AC scompaiono

Permane solamente qualche segno di aberrazione nelle aree fuori fuoco, ma parliamo di una presenza trascurabile.

Vignettatura

Alla massima apertura è presente, scompare velocemente a mano a mano che si chiude il diaframma e a f/4 è ormai impercettibile. Anche la vignettatura è facilmente correggibile in postproduzione: non l’ho trovata un problema degno di nota nemmeno a tutta apertura.

Resistenza ai riflessi

Il trattamento antiriflesso è ottimo. Il ghosting è presente solamente se puntiamo l’ottica direttamente contro il sole e comunque si tratta di riflessi parassiti minimi.

Ho fatto diverse prove nel fotografare fonti luminose artificiali al chiuso e non ho riscontrato problemi.

f/7.1
f/7.1

Anche con il sole all’interno del fotogramma non si nota una perdita di contrasto apprezzabile. Il paraluce, poi, fa davvero un ottimo lavoro nel bloccare meccanicamente raggi potenzialmente problematici.

Generi principali

Un 30 mm equivalente va a collocarsi a metà strada fra il 24 e il 35 mm, focali più specialistiche e “meno versatili”.

Gli impieghi principali di questo grandangolare moderato sono la paesaggistica, l’architettura, la street photography, il reportage e la documentazione. L’ampia apertura massima, alla quale è pienamente utilizzabile, ne fa un obiettivo ideale sia per l’uso sia in luce naturale sia in luce scarsa dove consente di mantenere un buon compromesso fra tempi di scatto e sensibilità ISO.

L’ottica non è stabilizzata ma praticamente tutti i corpi Panasonic Lumix (e Olympus) hanno la stabilizzazione sul sensore.

Esperienza d’uso

Si tratta di un obiettivo prodotto nel 2014 e da allora non sento che parlarne bene. Per alcuni anni ho lavorato con il micro4/3 ma le uniche ottiche fisse native che ho utilizzato sono stati i macro Olympus Zuiko 60 mm e il Panasonic Leica 45 mm. Perciò, il 15 mm f/1.7 non è stata la prima ottima co-prodotta con Leica che ho utilizzato. Il 45 mm f/2.8 macro è una buona lente, ma non mi ha mai entusiasmato, come nemmeno il 60 macro di Olympus: buoni obiettivi ma sul micro4/3 non ho trovato un macro tele che mi soddisfacesse in pieno.

Con il 15 mm invece è stato diverso, l’ho apprezzato fin dal primo momento in cui l’ho montato sulla fotocamera.

In ogni caso, il feeling con un’ottica è importante, ma da solo non basta se la qualità d’immagine non è buona, ma anche su questo fronte il Leica Summilux 15 mm non delude.

Scatto eseguito a mano libera alla massima apertura: il passaggio dalle aree a fuoco a quelle fuori fuoco è graduale e piacevole
Scatto eseguito a mano libera alla massima apertura: il passaggio dalle aree a fuoco a quelle fuori fuoco è graduale e piacevole

A chi consiglio questa lente

Arrivati a questo punto non mi resta che fare un bilancio. Tutti gli aspetti che ho elencato finora sono stati fondamentalmente positivi, ho tenuto per la fine l’unico possibile aspetto negativo, il prezzo.

Nota: sto rivedenso questo articolo alla fine del 2021 e, attualmente, il prezzo è diminuito.

Consiglio il Leica 15 mm f/1.7 a tutti coloro che non vedono il prezzo come un limite e che vogliono un’ottica di alta qualità alla quale è difficile trovare difetti nell’uso reale.

Alternative

L’Olympus Zuiko 17 mm f/1.8. Non ho avuto modo di provare questa lente ma ho visto alcuni test comparativi e un po’ di differenza c’è. Si risparmia qualcosa in termini economici ma si perde qualcosa sulla qualità d’immagine e, se vogliamo, anche sul fronte della versatilità visto che l’ottica Olympus si avvicina di più a un 35 mm “equivalente”.

Consiglio questa alternativa più economica a coloro che sono disposti ad accettare qualche compromesso in termini qualitativi o che non reputano la differenza di prezzo giustificata dalle proprie necessità.

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